martedì 14 agosto 2007

Diario di Viaggio XLV

Da Aida...
Bali:colore verde da foresta in foresta,oceano di coralli,motorini dalla guida matta,bambini in divisa che marciano,cesti di offerte con fiori e frutta, caffe'sabbioso, poche ore di sonno,i nostri costumi caldi e colorati,maschere e marionette,oboe di cioccolata,spaghetti in scatola,inchini continui a mani giunte ed ernia al disco,giardini di pace,mucche pazienti,morti su torri,villaggi nascosti,templi e danze,luna piena sempre.Cari amici e in particolare cari Fiamma,Simo,Chiari,Silvenio,continuate a pazientare un po',che' le cose da dire son tante,cosi tante che non potro' raccontarle tutte ma cominciamo ed andiamo con calma.
Buonasera ragazzi,cari ragazzi a cui ogni giorno il mio pensiero corre entusiasta come quello di un infante e desideroso di raccontare tutto cio' che vede,che assapora,che velocemente fa scivolare dentro di se',perche' non bastano le pagine di un Diario di viaggio,non bastano le foto,i filmati,i disegni e i canti se non si scrive,se non si danza, se non si canta per qualcuno.E canto per evocare e a volte anche per consolare,di sicuro me,forse anche altri.
Sono struggenti i suoni che si alzano da quaggiu',dall'isola che viene chiamata paradiso dai suoi stessi abitanti.Struggente bellezza del gamelan,l'intera orchestra che suona e accompagna la danza di Rama e Sita,le due divinita' che si muovono tra il Kecak,il canto rituale delle scimmie e oniriche figure di cervi dorati e uccelli sacri.Struggenti le risate dei bambini quando facciamo lo spettacolo nelle scuole e tentiamo di riprodurre questa incomprensibile lingua che si prende gioco dei nostri suoni occidentali.Struggente la mia faccia di notte,dopo aver passato una giornata piena di cose struggenti.Dunque io sono qui da un po',non troppo tempo ma mi sembra di aver viaggiato con gli altri fin dall'inizio.Il primo mese il gruppo ha fatto proprio di tutto trovando anche contatti preziosi e utili per questa seconda fase del lavoro.Stiamo ora a Candidasa ,un posto di passaggio accanto all'oceano.Piu' che una cittadina e' una strada dove attorno non c'e' nulla di speciale ma si trova proprio al centro di una ragnatela di villaggi e villaggetti in cui lavoriamo ogni giorno.
L'oceano scaglia onde contro la costa fortemente ogni notte.Riposo e chiudo gli occhi lasciandomi portare per mano dal suo rumore,dal suo barulho.Alle sei riapro di nuovo la porta della mia stanza dove divido il letto con quel Pape e leggo e bevo il caffe' sabbioso di Bali e poi si parte per le scuole dove il lavoro rigurda piu' che altro la prevenzione.Attraverso lo spettacolo cerchiamo di parlare del problema della pedofilia e continuiamo poi con un laboratorio di disegno fatto con i bambini e con l'aiuto di alcuni volontari che a volte ci seguono.Come forse gia' sapete leggendo il blog,i casi di abuso sui minori qui a Bali sono molto frequenti e non solo fatti da turisti ma anche dai familiari dei bimbi perche' nei villaggi sperduti qua e la le famiglie sono povere,vivono in case molto piccole e spesso i familiari dormono tutti nello stesso letto.Il problema dunque esiste ed e' forte ma la gente non lo vede come un vero problema o meglio non e' abituata a sentirlo come tale.Non e' da molto che si sono formati gruppi di volontari,associazioni,ecc.che cercano di rompere questo tabu'che e' lo stesso che abbiamo noi in Europa,lo stesso dell'America ,lo stesso dell'Africa,lo stesso ovunque.Durante la giornata,lo spettacolo e l'incontro con i piccoli,le emozioni si comprimono in un angolo dello stomaco e rimangono in apnea fino alla fine del lavoro,pronte ad esplodere piu' tardi,nel silenzio del pensiero,nell'attimo di una pausa.Esplodono come un'eruzione vulcanica per l'oscurita' di cio' che non vedo ma che sento.Poi il tremore,la rabbia, la tristezza,vengono masticate,inghiottite e riordinate nei templi della lucidita',della calma e poi finalmente diventa azione,organizzazione,materiale di lavoro,obbiettivo ,scelta umana.Mi auguro fortemente che qui si formi una rete sempre piu' ampia di persone disposte a lavorare per rendere visibile il problema della pedofilia e della prostituzione,per tirarla fuori dai bui villaggi nella foresta e dalle bettole di Danpasar,Kuta e Lovina,per parlare,prevenire,dare un nome chiaro al problema,per occuparsi di piu' delle donne e dei bambini.
La stanchezza c'e' ed e' visibile ma le meraviglia che vedo ogni giorno mi incanta.Non solo i bimbi ma tutto il resto.La cultura di qui,le danze meravigliose,le offerte agli dei,i profumi e i colori all'eccesso.La sacralita' viene fatta dalla gente.Di conseguenza penso alla sacralita' che bisogna attuare in teatro,quella sacralita' che e' la stessa che c'e'in un profondo atto creativo e penso che l'atto creativo piu' divino in assoluto sia l'incontro amoroso tra due persone.Cio' che uomo e donna generano insieme e' qualcosa di realmente divino.E l'atto teatrale,la ricerca,lo studio,devono diventare una parabola amorosa dove l'attore si muove,costruisce ,cambia direzione,trasformando continuamente il flusso energetico che viene liberato.Ecco dunque il rapporto d'amore con il tempo,lo spazio e cio' che e' la parte invisibile di quello che stiamo raccontando e che sta alla nostra precisione,alla nostra generosita' e forza,rendere chiara e concreta.Quando un attore attraversa il tempo della parabola amorosa attua dei processi salvifichi perche' vanno oltre le violente richieste della formalizzazione,oltre codici gia' stabiliti,oltre le costrizioni della rappresentazione.Percio' lo spazio teatrale diventa cio' che dovrebbe essere sempre:un luogo di mistero dove nulla e' rassicurante,dove le forze che vengono agite sono quelle del rito,della trance,della preghiera,dell'evocazione e dunque diventano uniche e irripetibili; dove l'architettura necessaria non e' piu' un palco con sipario,luci ed effetti ma e' l'attore con il suo tempio-corpo-anima in cui la parte maschile e femminea presente in ognuno di noi ,dialogano armoniosamente.Quando vedo tutto questo,dentro di me qualcosa di grande e forte rimane incastonato.
Penso a Dario ad esempio ma anche a cio' che ho visto qui.Dove i danzatori potrebbero danzare a occhi chiusi senza perdere la loro precisione.Dove l'attore maschio e' truccato esattamente come la donna e difficilmente si riesce a distinguerli,non solo per il trucco ovviamente ma anche per l'energia che attuano.
Questo percorso di dolore e amore nasce dalla sapienza del vivere.Nasce dal piacere di vivere godendo della bellezza che ci circonda.Per citare Pasolen che ci scorta ora in questo cammino:"Se son vivo lo sono per le bellezze di questa terra".Bisogna rimposessarsi della sacralita' che e' in ognuno di noi e trovare gli strumenti necessari per difenderla.
Pochi giorni fa decidiamo di visitare un tempio non molto lontano da qui.E' un tempio diverso da quelli visti fin'ora:lasciato li,in mezzo alla natura selvaggia che lo circonda,in mezzo ad un tempo senza tempo,immobile,dove spira vento continuamente.Solo l'oceano davanti.Entriamo in una parte del tempio.E' una sorta di arena con al centro un ring dove solitamente vengono fatti combattere i galli.C'e' silenzio e solo la luce che entra dalle feritoie.I lati sono aperti e spira il vento.Accanto all'adificio c'e' il tempio.Il luogo sacro della preghiera e' dunque accanto al luogo delle rappresentazioni,uno accanto all'altra.Ma sono in realta' un luogo solo.Sotto un albero sacro fasciato da una stoffa,ci sono gli altarini con le offerte fatte dalle donne.E' visitando questo tempio che finalmente percepisco,da quando sono qui,un senso grande di intonazione che ritrovo facendo lo spettacolo ma che durante il giorno rischia di perdersi un po'.Da quel giorno sento forte la presenza concreta della forza naturale e selvaggia.Forte il bisogno di prendere degli spazi silenti per tornare alla casa interiore dove porre domande e aspettare le risposte.E' come quando si dice che il cantastorie si e' avvicinato furtivamente agli dei e li ha sentiti parlare nel sonno.Come quando il respiro di un dio e di un essere umano si mescolano e fanno si che una persona crei una poesia intensa e sacra.Poesia possente che si oda sott'acqua e sulla terra.
Cari amici,insomma io sto bene e sono contenta di svegliarmi la mattina e vedere gli altri,che dentro di se' stanno lavorando vorticosamente per scavare e scavare sempre piu' in fondo con tanta fatica e costanza. Vedo onesta',pulizia,chiarezza.Vedo tornare un equilibrio soprattutto energetico, forse(anzi ne sono sicura),per la presenza di piu' donne,che durante l'ultimo anno sono un po' mancate. Le influenze femminili guai a prenderle sotto gamba,ricordiamoci che i cerchi magici delle donne hanno potenza e sapienza indicibile.
Penso che un giorno,quando avro' dei nipoti,se ne avro',potro' raccontare loro storie magiche come le sagge cantadaras del sud America,seduta sulla sedia con i ricordi e la memoria sulle ginocchia.Forse davvero tutto questo viaggiare e lasciarsi apprendere dalle cose,servira' un giorno per lasciare un eredita' a qualcuno.Aspetto quel giorno come quando si aspetta una festa,il carnevale,il ritorno di una persona cara,la fine di un'indicibile fatica,il trionfo e poi la quiete.
Ciao a tutti e a presto. Aidd

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E due! Eccomi qui di nuovo.
Due commenti in un solo giorno.
Grazie Aida per la tua voce Scritta.
Hai ragione l'eco della valanga sacra arriva fino qui e si scioglie in immaginazione.

Un abbraccio donne e uomini colorati.

Anima longa

Vincenzo Occhionero ha detto...

uè ... ma ho vinto ???