venerdì 29 gennaio 2010

Questo Week-End a Ygramul

Questo Week-End 29 e 30 Gen
il Teatro Ygramul è
chiuso ed ospita due Feste di
Compleanno (altra attività
del Teatro per ampliare le
sue funzioni a disposizione del
quartiere e del Pubblico e per
aiutare le difficili Finanze
dell'Autogestione!)

Video su LUDIKA 1243

Ecco un bellissimo Video per pubblicizzare e
presentare al mondo cos'è divenuta
la Festa di Ludika 1243, tra la rievocazione
medioevale ed il puro gusto del Gioco e della
Festa, al suo X Anno di vita. Ottimo!

http://www.youtube.com/watch?v=dyj0r_a9k1M

mercoledì 27 gennaio 2010

Nuovo video degli Artigiani Digitali

Ciao amici,
ecco la stringa per vedere il
nostro ultimo lavoro
per Amnesty Italia... fate girare!!!!

http://www.youtube.com/watch?v=gPR58MByVdY

Artigiani Digitali

venerdì 22 gennaio 2010

DOMENICA 24 Spettacolo Annullato per Malattia

Sfortunatamente, per un problema di salute di uno degli Attori,
lo Spettacolo di Domenica 24 è stato Annullato! Ci scusiamo
a nome del Teatro Ygramul e della Compagnia ASU.

giovedì 21 gennaio 2010

LOCANDINA IV Anno

Anche quest'anno Fiammetta Mandich,
la Grafica e Scenografa del
Gruppo Ygramul LeMilleMolte,
ha creato una serie di Locandine
che verranno poi stampate in maniera
unitaria a formare un unico Poster
e che divise pubblicizzeranno i
diversi mesi di attività del nostro
Teatro.
A chiusura dell'anno di Rassegne
avremo il Poster finale
da Settembre 2009 a Giugno 2010
(10 mensilità) per ora pubblichiamo
la striscia di
Gen.,Feb.e Marzo 2010.
Chiunque volesse contattare Fiammetta
Mandich per i suoi Disegni, per
la Grafica o le Scenografie:
f_mandich@libero.it

domenica 17 gennaio 2010

RECENSIONE di BAYASUL

LE RECENSIONI

La recensione di Alessandro Paesano su TEATRO.ORG


Bayasul: il teatro incontra l'Antropologia

Partendo da Giorni Felici di Samuel Beckett Vania Castelfranchi appronta uno
studio su alcuni aspetti della cultura della Mongolia, intelligente e
pienamente riuscito.
Beckett è quasi un pretesto per parlare d'altro ma non è comunque una scelta
a caso. E non solo per la lettura precisa che Castelfranchi fa di un teatro,
come quello del drammaturgo Irlandese, in cerca del rito quando ormai quel rito
per la società occidentale, svuotato di ogni significato, non c'è più, ma anche
per il posto che Beckett ha nell'immaginario collettivo dei non esperti di
teatro, quello di un di un autore esotico, impenetrabile, stravagante, proprio
come la cultura mongola che, seppure presente nel nostro immaginario
collettivo, è altrettanto misteriosa e oscura.
Da solo in scena, dapprima nascosto da dei cuscini dai quali emerge fino al
busto proprio come Winnie il personaggio centrale di Giorni felici, prima di
aggirarsi libero per una scena, sul fondo della quale passano delle diapositive
con paesaggi urbani e naturali della Mongolia, Castelfranchi imbastisce uno
spettacolo chiedendo una discreta ma concreta partecipazione del pubblico in
sala, mentre racconta la sua esperienza in Mongolia, rendicontando di un
viaggio fatto presso i nomadi Mongoli, mentre leggeva Giorni felici di
Beckett.
Lo studio procede su quattro momenti. La presentazione di un Ovo spirito
degli antichi al quale i mongoli tributano un segno di devozione ponendo un
piccolo sasso. E, come fossero anche lor al suo cospetto, Castelfranchi chiede
al pubblico un gesto di rispetto una giravolta, per omaggiare l'Ovo (la
giravolta è per noi occidentali i Mongoli possono girare attorno all'Ovo).
L'esercitazione alla pronuncia di un suono mantrico che segnala il
cambiamento repentino, da fare ponendo di volta in volta una mano sulla fronte
e l'altra sulla nuca, invertendole ogni volta che il suono viene pronunciato (t-
chià). Poi mentre Castelfranchi scompare al mondo (nascondendosi dietro un
lenzuolo bianco che in una Mongolia, innevata a 30 gradi sotto lo zero,
corrisponde a camuffarsi col territorio) fantastica di ricomparire al mondo da
un altra posizione, invitando gli spettatori a fare altrettanto mostrandosi
alla sua ricomparsa in una diversa posizione, chiedendo in sostanza di cambiare
posto. Infine la danza-gioco in cui ogni partecipante (mongolo) è un piccolo
dio, un dio per gioco che immagina di creare qualcosa (non per sé, ma per gli
altri) qualcosa che, sicuramente, si materializzerà davvero, ma chissà dove. E
ogni spettatore, ogni spettatrice, è chiamato a chiudere gli occhi e pensare
alla sua creazione rimanendo a occhi chiusi finché non sente che la creazione
pensata si sia davvero materializzata. Su questi elementi Castelfranchi dipana
il suo discorso partendo dalla semplice domanda in cosa consiste per un Mongolo
il bayasul un "giorno felice", parola che dà il titolo allo studio.
La risposta è un excursus complesso eppure reso comprensibilissimo e
esistenzialmente spendibile su alcuni elementi della cultura mongola, in
contrasto con la nostra vita e la nostra cultura, senza mai dimenticare però le
componenti storiche ed economiche del Paese. Così vediamo (tra le diapositive)
i segni della dittatura sovietica nell'unica grande città occidentale del
Paese, dove i bambini dormono nei sotterranei, accedendovi dai tombini, per
resistere meglio alle temperature notturne (-30 C°), mentre moltissimi giovani
sono corsi a popolare la "metropoli" attirati dagli stessi miti di noi
occidentali, con la conseguenza che la vita che la città offre è così lontana
da quella cui i nomadi sono abituati in mezzo alla natura che i consiglieri
spirituali suggeriscono agli uomini di dimenticare che al di fuori della città
ci sia la natura incontaminata e che tutto va bene (mentre alle donne
suggeriscono di avere pazienza e comprensione con gli uomini che proprio non ce
la fanno a sopportare quello stato di cose) e intanto offre loro del cibo (come
Castlefranchi fa con alcuni e del pubblico).
Consigli spirituali, contro il possesso degli oggetti materiali (un nomade
quando è ricco possiede 10 oggetti non di più), che tanto in natura sono
presenti e si possono prendere se se ne ha davvero bisogno (e spiega questo
concetto raccontando di una tradizione che i nomadi mongoli fanno con i bambini
piccoli, messi sui cavalli e lasciati andare al trotto, mentre la casa, la
tenda, viene spostata altrove sottraendosi al timore della perdita).
Contro la ricerca della fluidità a favore di cambiamenti energici, repentini,
bruschi, evidenti, perchè così avvengono in natura, che non ha la fluidità
delle buone maniere cui siamo abituati noi occidentali. Ancora la capacità e la
disponibilità a non esserci sempre, per permetterci di cambiare ma di far
cambiare anche gli altri.
Insomma uno studio, uno spettacolo che si trasforma per lo spettatore in una
esperienza vera, viva, niente affatto retorica, dandogli la possibilità di
vivere più che di assistere a messa in scena di antropologia teatrale,
all'interrogazione cioè di un testo, quello di Samuel Beckett del quale
Castelfranchi legge alcuni brani, secondo le istanze di una cultura altra
attraverso la quale il testo può essere scardinato e riletto in altra chiave,
ma dove, al contempo, quella cultura altra, perturbatrice, viene compresa in
tutta la sua valenza antropologica nella sua essenza di costrutto umano e
dunque non di un assoluto naturale eternamente dato ma come prodotto di una
storia, di un processo, di un viaggio squisitamente umani.
La compagnia Ygramul, di cui Vania Castelfranchi fa parte, e della quale
avevamo già avuto modo di recensire una splendida Affabulazione di Pasolini,
torna a fare meraviglie con uno spettacolo (uno studio) serio, sincero,
profondo e comprensibile, lontano anni luce da ogni speculazione
intellettualistica che operazioni del genere di solito rappresentano, condotta
con semplicità e umiltà, dote che, per un attore (e non solo), è una conquista
preziosa e rarissima.
Un'esperienza che intender non la può chi non la prova le parole di chi
scrive essendo come non mai inadeguate a restituire emozioni, intuizioni e
sentimenti.

Visto il 14/01/2010 a Roma (RM) Teatro: Abarico

Domenica 17 - Ultima Replica di BAYASUL

Oggi pomeriggio, ore 18.30,
al Teatro ABARICO - via dei Sabelli 116
(San Lorenzo) ultima replica dello
spettacolo d'improvvisazione di
Vania Castelfranchi
BAYASUL ... Diario Mongolo in compagnia
di Samuel Beckett. VENITE!
Ingresso 7 Euro + 3 di Tessera

sabato 16 gennaio 2010

Lezione Dimostrativa gratuita di Dizione - 30 Gennaio Roma

La Scuola PROFESSIONE DOPPIAGGIO offre la possibilità di poter

 partecipare ad una Lezione Dimostrativa gratuita di Dizione,

 utile a presentare agli eventuali allievi la metodologia e

la professionalità dei Docenti della Scuola.
La lezione è rivolta a tutti coloro i quali vorrebbero approcciarsi
ad un Corso di Dizione ma non hanno mai avuto l'opportunità di verificare, 
prima di iscriversi, la serietà delle strutture e dei relativi docenti.
Non sono richiesti prerequisiti per partecipare a questa Lezione
Dimostrativa gratuita.
La giornata infatti, è puramente dimostrativa ed ha lo scopo di presentare
 i contenuti che verranno successivamente approfonditi 
nel prossimo Corso di Dizione di Professione Doppiaggio
che è previsto a partire da Sabato 13 Febbraio. 
La lezione si terrà Sabato 30 Gennaio dalle 11:00 alle 13:00 nella sede di Roma.
Il numero massimo di partecipanti è di 16 alunni.

 
Affrettatevi a confermare l'adesione, i posti stanno andando a ruba !!! 

Info e Contatti al 320 7614368
info@professionedoppiaggio.it
segreteria@professionedoppiaggio.it

Num. verde 800.984.577 
(Il Numero verde è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 10:00 alle 18:00)

 

martedì 12 gennaio 2010

Spettacolo BAYASUL

Dal 14 al 17 Gennaio,
ore 21.00
e Domenica ore 18.30
monologo di Vania Castelfranchi
al Teatro ABARICO in San Lorenzo,
via dei Sabelli 116.
Ingresso 7 Euro + 3 di Tessera.
Info e Prenotazioni al
3283931868

sabato 9 gennaio 2010

Ripartono le attivita' del teatro

Da questo MARTEDI' 12 Gennaio
ricominciano i Laboratori BEY
e a fine settimana Spettacoli,
nuove Rassegne e Seminari!