mercoledì 28 novembre 2007

martedì 27 novembre 2007

Il lavoro di Ygramul - Colloquio con Vania Castelfranchi

Com’è nato lo spettacolo?
"Edzi Re" non è il primo spettacolo che nasce sull’impronta del nostro studio sull’antropologia teatrale: da tanti anni lavoriamo cercando di creare una metodologia di costruzione di uno spettacolo antropologico, che si basa su alcune cose che ha narrato e ha vissuto Eugenio Barba sull’evento che gli attori devono vivere, esperienziale, sulla loro pelle e poi riuscirlo a travasare attraverso una drammaturgia scritta corporea o vocale.
Ci vuole, quindi, un’esperienza fisica molto presente, di reale contatto, senza filtri. Perciò abbiamo fatto viaggi in Brasile, in Amazzonia… e poi siamo andati in questo piccolo paese che si chiama Malawi: in qualche modo era un luogo degli estremi, dove gli attori potevano entrare in diretto contatto con l’estremo dell’Aids. Lo spettacolo è nato da questa idea di viaggio: abbiamo vissuto un mese e mezzo in Malawi, siamo stati in tanti villaggi guidati da una sorta di capa che si chiamava Imafuta. È una capa di un’associazione di persone che hanno avuto dei parenti morti per Aids e che organizzano una specie di soccorso nei villaggi per portare materiali ma soprattutto per portare informazione attraverso questa donna. Da questo viaggio nasce una parte del testo molto diaristica, nel senso non sciocco del termine: non semplicemente fatta da quello che ci è accaduto, ma da quello che si è vissuto personalmente… anche dalle contraddizioni, da quello che si potrebbe chiamare "La mia Africa" per ogni attore. La drammaturgia è questa rete di pagine, scritti, anche idee molto spesso vocali e corporee, fotografie e filmati che vengono da dieci teste diverse che hanno vissuto quel viaggio.
Dall’altro lato si affrontano dei temi solitamente nei nostri percorsi di viaggio, come un antropologo che va a studiare un luogo e si immerge in quel luogo ha bisogno di un filtro: deve avere una tematica, una sorta di corrimano, altrimenti il labirinto è troppo complesso. Noi avevamo come tematica quella dell’Aids, sviluppandola lì abbiamo cominciato a collegarci dei testi. Un testo col quale eravamo già partiti, che era lo spettacolo che facevamo lì in Africa, era, appunto l’Ubu Re, perché dal nostro punto di vista una delle tematiche molto forte sull’Aids era la quella del re, del regno: lavorando a Roma con dei malati di Aids in alcune comunità, una delle tematiche più belle sulle quali il lavoro era stato stimolato era che in realtà questa malattia veramente non si comprende se esista o meno, se ci sia, è più come una dittatura. Si entra in un clima che è questo della sieropositività come se si fosse dentro a un regime autoritario e molto forte, dove uno sente che gli sono negati tutti i diritti però nella concretezza non è sicuro di vederla questa cosa: sa che non si può affaticare, sa che non si può ammalare in nessun modo, sa che si deve proteggere da tutte le altre persone perché ognuno porta dei germi che gli fanno del male, sa che deve avere una terapia molto intensiva costosissima, che non si può permettere quasi sempre. Ma queste informazioni sono tutte condizioni veramente da dittatura: nessuno ha la certezza che tutto questo sia vero, perché i medici non sono certi al cento per cento, nemmeno gli psicologi, nessuno ha la certezza.
Quindi avevamo lavorato sul concetto del regno, sull’Ubu che è un re, un re assurdo, folle, patafisico, e al nostro ritorno abbiamo acchiappato le parole di Sofocle sul re Edipo, perché veramente in maniera profonda con Sofocle riuscivamo a capire come il concetto di regno e di re è quello di non coscienza, cioè dove si accetta un re e una dittatura non c’è la coscienza, perché il re - come Edipo - è il primo a non avere coscienza di quello che ha fatto, dei reati che ha commesso e quindi più il popolo accetta il re più il popolo si addormenta e diventa lui malato.

Perché rappresentare la vostra esperienza con una scenografia del genere, a me ha dato la sensazione che fosse qualcosa di realmente pesante e però qualcosa attraverso la quale si poteva anche urlare?
In realtà ci sono, come al solito, tante connessioni però, fondamentalmente erano importanti vari elementi: prima di tutto il fatto che noi ci affidiamo al ferro e viviamo in strutture fatte di ferro e di cemento che crediamo solide, mentre nello spettacolo si capisce come tutte le figure geometriche ferrose, in realtà, si smontino con grande facilità. Questa è la prima sensazione che volevamo dare, di questa falsa sicurezza che il metallo e la geometria ci danno.
La seconda cosa che il lavoro degli attori in scena, per me, deve essere sempre molto, molto fisico, molto concreto, per riportare alla vita durante lo spettacolo l’esperienza. Creare delle imprecisioni, creare dei grandi momenti di imprevedibilità e di imprevisto, permette di rendere nello spettacolo una parte quasi performativa: le cose avvengono in quell’istante. Mentre, viceversa, in metodi di grande fissità, di grande struttura, c’è una grande pulizia che è meravigliosa anche esteticamente, però rischiano spesso la morte rispetto a quello che diceva anche Julian Beck, cioè la non vita del teatro.
È importante che anche gli spettatori avvertano questa comprensione reale: lo schema può perdere pezzi, le viti si smontano e nessuna cosa può essere realmente controllata o inscritta in una forma geometrica, ma si spezza se uno la forza. Quindi anche tu che ti siedi in uno spazio teatrale che è ben geometrizzato e ben costruito devi sapere che in realtà un evento di rischio c’è anche per te, perché è un falso storico che tu sei protetto dalla tua sedia e dal tuo posto di spettatore.

Quindi come avete lavorato per la costruzione dal testo scenico? Quelli erano gli attori che interpretavano dei personaggi o eravate voi?
È una cosa un po’ brechtiana… Rappresentano se stessi trasformati in personaggi.
Il testo ha un passaggio molto strano: di solito iniziamo lo spettacolo in italiano, lo portiamo in un luogo e lo traduciamo nella lingua locale, mentre quando si torna si scarica di questo peso linguistico e si riprende l’italiano, che però si porta addosso un sacco di ombre belle di quelle sonorità. Quindi nello spettacolo sbuca fuori l’africano, poi c’è una cosa in inglese, poi c’è un suono francese… Perché io amo molto lo sporco in realtà, il lavorare al non finito, il lasciare un sacco di chiaroscuri e un sacco di ombre. Ritengo che gli attori siano sporchissimi di per sé, che i nostri corpi siano meravigliosamente sporchi, slabbrati… ognuno è sdentato, c’ha delle forme fisiche diverse, grandezze, carni, cicce, gonfiori…e questa cosa è assolutamente da privilegiare da parte di un regista. Un regista dovrebbe fare la radiografia dei propri attori e non portarli in un campo di sterminio cercando di renderli tutti più magri possibile, ma portarli al gonfiore di Ubu, a fare esplodere i propri bubboni e deformarli il più possibile, questo in bellezza, in un gioco circense quasi…
Lo amo molto questo, che è l’obiettivo da raggiungere. Stiamo sul primo gradino però è in qualche modo il miraggio, no? Quindi il testo passa attraverso queste lingue, si mischia… Poi ci sono i diari: anche quelli passano attraverso i conflitti perché noi ci incontriamo dopo il viaggio, uno legge la sua pagina di diario, l’altro legge la sua di quella stessa visione e si ammazzano tra di loro, perché hanno vissuto due cose all’opposto e allora non c’è compromesso. C’è uno scontro violentissimo che non è salvabile e allora da questi scontri nasce il testo, perché il testo, per me, deve essere appunto il più paradossale e violentemente percussivo possibile, come in Jarry.

Fabio Franceschelli: siccome in gran parte venite dall’Accademia, per voi è stato un problema liberarsi dalle impostazioni accademiche?
Si, perché all’accademia il fine è il mezzo. La grande difficoltà, la prima, che ho trovato con gli attori, è convincerli che il loro mezzo è buonissimo, il loro strumento è buonissimo, l’accademia gliel’ha tutto lavato e ripulito, ma ora è il momento di usarlo male. È veramente difficile perché non si lasciano andare. Gli attori dell’accademia sono i primi con i quali si fa a botte perché è difficile convincerli che il mezzo deve essere pulitissimo ma per fare una cosa, confusissima, sporchissima, disordinatissima. È un discorso per me molto organico. Stiamo creando una metodologia di lavoro nostra che si chiama Esoteatro e che si basa sulla disorganicità, di Artaud, fondamentalmente dal Teatro della Crudeltà. Pensare che noi abbiamo un corpo che apparentemente è molto pulito ed ordinato… In realtà è totalmente disorganico: gli organi si spostano e viaggiano dentro di noi, le energie non sono minimamente controllabili, le scariche elettriche vanno dove caspita vogliono, le malattie sorgono come gli va perchè non c’è nessuna ragione fondamentale e noi fingiamo di dare il potere alla medicina, di capire di fare una mappatura… Ma che in realtà bisognerebbe, come nei metodi tibetani, nei metodi indiani, lasciarsi trasportare da questo disordine continuativo, che è una fiumana di roba che succede. Perché ti permette di non contrastare la corrente, di viaggiarci e forse di vivere fino a trecento anni senza farti venire il tumore e di lavorare con cento voci invece che due.

venerdì 23 novembre 2007

Colpi di arma da fuoco contro 4 Indiani Guarani

Quattro Indiani Guarani sono stati feriti sabato scorso nel corso di un conflitto con gli allevatori che occupano le loro terre nello stato del Mato Grosso do Sul, in Brasile. I latifondisti li hanno colpiti con armi da fuoco per sfrattarli dall'area di Kurusu Mba ("il posto della croce"). Un gruppo di circa 100 Indiani aveva rioccupato Kurusu Mba giovedì 15 novembre. Avevano cominciato a costruire dei ripari sotto gli occhi delle guardie di sicurezza dei latifondisti. Ma sabato l'intera comunità è stata sfrattata e trasferita con dei camion nel minuscolo appezzamento di terra dove aveva vissuto prima della rioccupazione. I Guarani di Kurusu Mba avevano già rioccupato la loro terra in gennaio. Anche in quell'occasione erano stati sfrattati e la loro leader religiosa Kuretê Lopez era stata assassinata dalle guardie. Un altro leader della comunità, Ortiz Lopes è stato ucciso con un'arma da fuoco sulla porta di casa lo scorso mese di luglio. Secondo la testimonianza della vedova, l'uccisore avrebbe dichiarato: "I proprietari terrieri mi hanno mandato a vendicarsi di voi"

Uno dei Guarani ferito sabato, una ragazza di 22 anni, Angélica Barrios, è ancora in ospedale.

[ segnalato da Mirella Di Biagio / sulleali_2000@libero.it ]

giovedì 8 novembre 2007

Esodi / un passo verso le genti che stanno arrivando

L'Associazione Ma.Nó presenta
Mostra Itinerante
a favore della Casa dei Diritti Sociali FOCUS
10-17 novembre 2007



PRESSO
MOTO DELLA MENTE
Via Monte Giordano 47 ROMA
ore 16.00 - 22.00 ingresso libero


 sabato 10 novembre, ore 18.00
Presentazione del progetto con la
Casa dei Diritti Sociali FOCUS http://www.dirittisociali.org/
ore 21.00
SudTeatroCenit
Presenta
Estratti da: MARIA MAGDALENA
Liberamente tratto da Maria Magdalena o la salvezza dal testo Fuochi di
Marguerite Yourcenar
Di Beatriz Camargo Con Nube Sandoval
Attraverso la storia della Maddalena, lo spettacolo tratta i temi di
diseguaglianza, abbandono e guerra dalla prospettiva dell'universo
femminile. Mondi onirici intrecciati alla austera materialità che
universalmente fa diventare tutte le guerre uguali.

domenica 11 novembre, ore 17.00
Il Gruppo EsoTeatrale Integrato di Ricerca Patafisica Ygramul LeMilleMolte
presenta
MONDO FIABA
con Monica Crotti, Massimo Cusato, Paolo Parente, Antonio Sinisi, Aida
Talliente
musica dal vivo: Daniele Pittacci
regia patafisica: Vania Castelfranchi
Spettacolo per bambini/e e adulti costruito sulla narrazione di fiabe e
storie provenienti da quattro differenti terre del mondo: favole africane,
racconti dal sud del Brasile, leggende dell'Amazzonia e canti e storie
balinesi. La narrazione viene giocata con il pubblico in un'interazione
continua, alternata da musiche, danze, immagini e oggetti dei popoli Guaraní
Kaiowá, Sateré Mawé, Chewa e Yaho e le maschere di Bali.

lunedì 12 novembre
Dalle 16.00 alle 21.30 proiezioni video

martedì 13 novembre, ore 21.00
La compagna teatrale Il NaufragarMèDolce
Presenta PANE E OLIO di Chiara Casarico
con Chiara Casarico, Giovanna Conforto, Rita Superbi
Storie vere, storie vissute, legate al cibo al lavoro, alle condizioni di
vita tanto diverse da parte a parte del pianeta terra. Una riflessione sui
nostri stili di vita...

mercoledì 14 novembre, ore 17.00
L' Associazione Prezzemolo
Presenta GIOCATHE
L'Associazione Prezzemolo, da tempo impegnata sui temi dell'intercultura,
propone un'esperienza ludica di giochi, chiacchere e the dal tutto mondo.
Per grandi e piccoli.

giovedì 15 novembre, ore 17.00
L'arte della Miniatura persiana
Incontro con
Fereshte Rezaifar
La miniatura in Iran si chiama negargaré. E' un'arte molto antica, le cui
prime testimonianze risalgono a 2500 anni fa. Nel periodo preislamico la
miniatura veniva utilizzata per decorare le pareti dei castelli dei re. Con
l'avvento dell'islam e la conseguente proibizione di raffigurare immagini di
persone o di animali, i pittori più importanti sono emigrati in altri paesi
(India e Cina) dove hanno continuato loro attività. Fereshte Rezai'far con
la sua arte testimonia che la miniatura costituisce ancora oggi una forma
artistica attuale i cui caratteri iconografici tradizionali riflettono
valori estetici e simbolici universali.

venerdì 16 novembre, dalle ore 19.00
Prove aperte con LINEA B + JOES GARAGE
Solo musica originale, solo in italiano.

sabato 17 novembre, ore 20.30
Serata conclusiva
A MODO BIO - campagna educativa-formativa su storia, tradizioni, gusti,
arti, intercultura - presenta:
Incontro con la neo-costituita Rete Italiana impegnata sulla Diaspora
Africana
Per la rete parteciperà una delegazione guidata dal portavoce, il
Consigliere Aggiunto Victor Emeka Okeaadu.
Seguirà degustazione di cibi senegalesi
A cura di Casa dei Diritti Sociali e i centri di servizio per il
volontariato del Lazio CESV e SPES.

Durante l'esposizione verranno anche proiettati i video:

Migranti a Roma
Corteo Nazionale del 4 dicembre 2004
Video-documento ideato e prodotto dall'Associazione Ma.N? in occasione del
corteo nazionale del 2004. Le voci e le testimonianze dei migranti giungi a
Roma da tutta Italia. Durata 15 minuti.

Sopravvivere alla tortura.
Dentro un'esperienza di riabilitazione psicosociale:il teatro
Video-documento sull'esperienza teatrale del Progetto VI.TO, Accoglienza e
cura delle Vittime di Tortura del Consiglio Italiano per i Rifugiati. Regia:
Artigiani Digitali. Durata: 19 minuti

Le vittime dimenticate
Documentario che indaga su quelle persecuzioni perpetuate dal nazi-fascismo
di cui si parla di meno: quelle contro Rom, disabili, omosessuali,
emarginati. Non una ricerca storica fine a se stessa, ma piuttosto uno
spunto di riflessione sulle persecuzioni di ieri e sulla lotta per la
conquista dei diritti per ragionare sull'oggi: Possiamo godere tutti di quei
diritti per cui i Partigiani hanno combattuto o tra di noi ci sono ancora
dei perseguitati? Una produzione di Casa dei Diritti Sociali e Esplorare la
Metropoli. Autori:Riccardo Russo e Paolo Barbieri.
Durata: 20 minuti

La Terra Senza Male / Viaggio tra i Guaraní-Kaiowá
Diario di viaggio del Gruppo Ygramul tra i Guaraní-Kaiowá del Mato Grosso
del Sud, Brasile. Testimonianze dei capi indigeni e relazione dei progetti
realizzati dalle associazioni Yumimeya, Ma.Nó, Walter Rossi e Gruppo
teatrale Ygramul LeMilleMolte che dal 2001 appoggiano la lotta dei
Guaraní-Kaiowá, sostenendoli nel processo di riassegnazione delle terre.
Ideato e prodotto da Ygramul, Associazione Ma.N?, Associazione Walter Rossi,
Yumimeya. Durata: 27 minuti.

Pang'ono Pang'ono
Film documentario sul viaggio in Africa, nel cuore del Malawi, dal Gruppo di
Teatro Ygramul LeMilleMolte, con l'obbiettivo di riuscire a sperimentare il
teatro come mezzo di scambio culturale e di prevenzione dal contagio di
HIV/AIDS. Regia: Silvano Magnone. Durata: 26 minuti

Info e contatti Associazione Ma.Nò
http://www.associazionemano.it/ - ma.no@tele2.it

lunedì 5 novembre 2007

ygramul: Mamadou Dioume / seminario intensivo

http://www.ygramul.net/laboratori.htm

Mamadou Dioume / seminario intensivo

19-22 novembre
dalle 13:30 alle 19:30
(tranne mercoledi, ore 11:30 - 16:30)
"... percorso laboratoriale sugli strumenti dell'attore attraverso il training... "

Mamodou Dioume si diploma presso la "Scuola Nazionale delle Arti" in Senegal e affronta i suoi primi ruoli nella Compagnia d'Arte Drammatica. Nel 1968 interpreta il personaggio di Creonte nell'Antigone di Jean Anouilh, prova che gli vale l'ingresso al Teatro Nazionale "Daniel Sorano", dove lavora fino al1984, sotto la direzione di Raymond Hermantier.
In quell'anno lo scopre Peter Brook e lo chiama ad interpretare Bhima nel "Mahabharata". Recita il ruolo in francese (Festival d'Avignon - 1985 e poi Parigi - 1985), quindi in inglese nella pluriennale tournée in tutto il mondo.
Partecipa anche alla realizzazione del "Mahabharata" cinematografico nel 1989 e rimane fedele a Brook e al Centre International de Créations Théatrales.
Figura di rilievo in molti spettacoli del regista inglese (La tragedia di Carmen, Woza Albert, La tempesta).
Dal 1991 Mamadou si dedica alla formazione degli attori e alla regia.
Dal 1998 collabora con la Compagnia Teatrale "Atelier" allo scopo di creare un centro di ricerca internazionale.

Quota d'iscrizione: € 150 da versare entro il 12/11
n° minimo partecipanti: 15 / n° massimo partecipanti: 20

Informazioni e prenotazioni:
info@ygramul.net / 339 8886897 / 331 4703950

domenica 4 novembre 2007

Discorso di accettazione del premio Sonning

Università di Copenaghen, 19 aprile 2000

Cari amici,
vorrei cominciare con un sogno. Vi è un uomo legato a un palo, sulla terrazza di un tempio. Tenta di liberarsi. Invano. Si ostina. Sfere di vetro cadono dai suoi occhi e si frantumano al suolo in mille schegge. Due giaguari ritti sulle zampe posteriori, si fanno avanti, danzano sulle schegge di cristallo, e i loro piedi - non zampe di giaguari, ma piedi umani - lasciano scie di sangue sulla terra. Ed ecco che uno dei giaguari conficca una selce acuminata nel cuore del prigioniero. Dal petto squarciato non zampilla sangue, ma un libro che arde, e poi ancora un secondo libro, e un terzo, e tanti altri, decine, centinaia di libri in fiamme che si accumulano in un rogo gigantesco davanti all’uomo legato.
La persona che sta sognando si chiama Kien ed è uno studioso, uno che ama i libri. Nel suo sonno agitato urla al prigioniero: "chiuditi il petto, chiuditi il petto". La vittima lo sente e in uno sforzo sovrumano strappa i suoi legami, porta le mani alla ferita, la apre ancora di più, e una valanga di libri in fiamme rotolano fuori.
Il dormiente non riesce a sopportare questa vista, salta dentro il proprio sogno, dentro il rogo, per salvare i libri che stanno diventando cenere. Le fiamme lo accecano, centinaia di persone che urlano, che si dimenano e soffrono lo afferrano e gli impediscono di porre i libri in salvo. Si svincola dalle loro mani che lo avvinghiano, li insulta, fugge via dalle fiamme. Quando è al sicuro, vede gli uomini tramutarsi lentamente in libri che si consumano nel fuoco in silenzio, come eroi o martiri.
Kien, l’autore di questo sogno, è il protagonista di un romanzo di Elias Canetti, un ebreo nato in Bulgaria, che studiò in Germania e scrisse in Inghilterra i libri che gli valsero il premio Nobel. È lo stesso Canetti che verso la fine della sua vita affermava che non si abita un paese, ma una lingua. Che rimane, però, di un individuo che ha perso sia il suo paese che la sua lingua? Forse l’essenziale. E che cos’è l’essenziale per noi dell’Odin Teatret, che non possiamo essere identificati in una lingua o in un paese?
Per comodità o per convenzione, i premi vengono spesso conferiti a una persona, quindi legati a un nome. Ma dietro questo nome si cela un microcosmo che palpita, vive ed agisce. La persona e il nome sono la punta dell’iceberg, nascosta rimane la massa compatta, quell’intricata rete di relazioni, collaborazioni, affinità, scambi e tensioni che costituiscono un organismo vivente, che naviga le correnti del tempo, a volte seguendole, a volte rifiutandole, ma sempre in una posizione che lui stesso ha assunto.
È a questo iceberg che è stato dato il premio Sonning. È all’intero Odin Teatret, a questo gruppo di uomini e donne che provengono da diverse nazioni, culture, religioni e lingue che l’Università di Copenaghen conferisce l’onorificenza e i soldi come riconoscimento per il suo operato.
Ma questo iceberg ha pendici più vaste del numero di coloro che hanno fatto o fanno parte dell’Odin Teatret. Comprende anche quei politici di Holstebro che ci accolsero quando eravamo così piccoli da poter passare per la cruna di un ago, quando eravamo giovani ed anonimi, in un periodo in cui esser giovane non era segno di vitalità e potenzialità creativa, ma solo di inesperienza. È all’intero Odin Teatret e ai responsabili della municipalità di Holstebro che lo hanno protetto per ben 35 anni che questo premio prestigioso oggi è assegnato.
L’essenziale affiora sempre attraverso una privazione. All’origine c’è una mancanza o un’esclusione. Per l’Odin Teatret l’esclusione fu doppia. Volevamo fare del teatro, entrare nell’ambiente e nella storia del mestiere teatrale, e non ci fu permesso. Fummo considerati incompetenti, incapaci, inabili a diventare attori o registi. A quel tempo, nel 1964, non esistevano gruppi di teatro o una cultura teatrale alternativa a cui ispirarci o in cui integrarci. Eravamo esclusi. Il teatro era una necessità nostra, nessuno aveva bussato alla nostra porta e ci aveva pregato di diventare artisti di teatro perché il mondo aveva bisogno di noi. Assumemmo le conseguenze di questa situazione: il teatro era necessario solo per noi, e per questo l’avremmo pagato di tasca nostra.
Questa è l’origine dell’Odin Teatret in Norvegia: un minuscolo teatro dilettante che sogna di diventare professionale, appena cinque persone che debbono apprendere, da soli, l’essenziale dell’artigianato teatrale, in solitudine, al di fuori della geografia del teatro allora riconosciuto e riconoscibile.
Appena due anni dopo, questo sparuto gruppetto di persone si trasferisce in Danimarca, accettando l’offerta straordinaria da parte del comune di Holstebro. Era la prima volta che degli "adulti", addirittura dei politici, ci guardavano negli occhi, conferendo un valore a quello che facevamo. Per la prima volta diventammo consapevoli che avevamo un senso anche per altri.
Trasferendoci a Holstebro subimmo una mutilazione: parlavamo una lingua straniera. Perdemmo la parola, che a quel tempo era il canale di comunicazione essenziale nel teatro. In Norvegia eravamo un gruppo di teatro norvegese, costituito da attori norvegesi, con un autore norvegese, Jens Björneboe, che recitavano per spettatori norvegesi. Ad Holstebro, diventammo un gruppo scandinavo, con attori provenienti dalla Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca con grandi difficoltà a comunicare con i propri spettatori attraverso le parole.
È impossibile comprendere la storia dell’Odin Teatret se non si prendono in considerazione queste due esclusioni: il rifiuto dell’ambiente teatrale e l’amputazione della lingua. Questa situazione di inferiorità e questa mutilazione la trasformammo in onore e fonte di forza. Ancora una volta: dove avremmo potuto apprendere l’essenziale? I viventi non volevano, non potevano. A chi dovevamo rivolgerci?
Il teatro divenne il luogo dove i vivi incontravano i non-vivi. I non-vivi non sono soltanto i morti, ma anche quelli che non sono ancora nati. È a loro che ti devi rivolgere quando il presente non ti prende in considerazione. Allora puoi parlare sicuro con urla e silenzi ai fratelli maggiori che ti hanno preceduto e ai fratelli più giovani che ti seguiranno, a coloro che già esperirono e a coloro che incontreranno le situazioni nelle quali tu stesso ti trovi: derisi dallo spirito del tempo, soli di fronte all’indifferenza della società e al freddo del mestiere.
Le biografie, le opere e i testi dei riformatori del teatro del XX secolo furono i libri ardenti che illuminarono il cammino. Furono le loro fiamme a guidarci verso quel sapere tecnico che è respiro individuale, qualcosa che appartiene solo a te. Così costruimmo i nostri spettacoli, con uno strato di luce e uno di buio, salvaguardando l’essenziale: i dettagli infimi, addirittura invisibili, dove si cela l’abbraccio dei contrari, l’intreccio delle tensioni che permettono alla vita di fluire. Forse i vivi, gli spettatori, non riusciranno a notare questi dettagli, ma i non-vivi, accettano la tua opera e la giudicano per la cura di questi dettagli, per la temperatura personale con la quale alterni gli strati di luce con quelli di buio.
Per raggiungere i non-vivi, quelli che non sono ancora nati, i tuoi spettacoli si devono trasmutare in libri che ardono. Devi scottare la sensibilità dei tuoi spettatori, ferire la loro immaginazione, illuminare le loro ferite intime, spingerli nel panorama muto della loro intimità, in quella parte che vive in esilio dentro di loro. Solo in questo modo l’Odin Teatret può diventare una leggenda che i suoi spettatori trasmetteranno a coloro che non sono ancora nati.
Furono i riformatori del teatro, questi eretici, nichilisti, rivoluzionari o mistici - da Stanislavskij a Grotowski, da Meyerhold a Julian Beck da Artaud a Judith Malina, da Brecht a Copeau, e poi i nostri colleghi latino-americani: Atahualpa del Cioppo, Vicente Revuelta, Augusto Boal, Santiago García, Osvaldo Dragún - furono loro ad indicare come dare il massimo del massimo allo spettatore che viene con un dono straordinario per te e i tuoi attori. Ti regalano due, tre ore della loro vita e si affidano fiduciosi nelle tue mani. Tu devi ricambiare la loro generosità con l’eccellenza, ma anche con un’esigenza: devi metterli al lavoro. Lo spettatore deve essere messo alla prova, deve scalare con tutti i suoi sensi e con tutta la sua esperienza una parete impervia di impulsi e reazioni, di allusioni e significati, deve risolvere in prima persona l’enigma di uno spettacolo-sfinge pronto a divorarlo.
Lo spettatore deve essere cullato dai mille sotterfugi dell’intrattenimento, del piacere sensoriale, della qualità artistica, della raffinatezza estetica. Ma l’essenziale risiede nella trasfigurazione della durata effimera dello spettacolo in una scheggia di vita conficcata nel costato dello spettatore e che l’accompagnerà negli anni. Lo spettacolo, come un insetto, si installa nell’intimo dello spettatore, gli rosicchia il metabolismo psichico, mentale, affettivo, si muta in memoria. Le azioni dell’attore devono marcare in modo anonimo, ma reale lo spettatore. Questo marchio è il messaggio che tu trasmetti a coloro che non sono ancora nati. Devi aprire gli occhi dello spettatore con la stessa delicatezza di come quando chiudi gli occhi ad una persona appena morta.
Questo ci bisbigliarono i libri ardenti dei nostri fratelli maggiori, i riformatori del teatro. È essenziale sbarazzarsi delle illusioni, ma non perdere gli ideali, soprattutto quando i riconoscimenti minacciano di seppellirti vivo in un monumento. Non dimenticare che un buon spettacolo non migliora il mondo, e che un cattivo spettacolo lo rende più brutto.
Devi essere una pietra che non rotola con le correnti del tempo, ma resiste a loro. Devi affondare le radici e abbarbicarti. Le correnti cambieranno, a volte ti sommergeranno, sembreranno cancellarti. Ma tu rimani in vita, ben visibile anche per coloro che non avranno l’occasione di vederti in vita. Ma per arrivare a questo, devi far crescere delle radici, ti è necessaria una terra.
El hombre es tierra que anda, dice un proverbio Inca. "L’uomo è terra che cammina". Questa terra errante è la nostra patria. È costituita dalle azioni di ben precisi uomini e donne. Sono loro la nostra stella polare, l’esempio da emulare, le frontiere da raggiungere. In questa terra fatta di azioni di singoli individui è racchiusa l’essenza muta da trasmettere. Questa terra di individui è sparsa su tutto il pianeta, in molti continenti, in epoche diverse.
Alcune zolle di questa terra sono in Danimarca, hanno nutrito le nostre radici, hanno aiutato l’Odin Teatret a realizzare il suo destino. Prima di tutti, Ole Sarvig e Peter Seeberg, questi eccezionali poeti e romanzieri, che ci incoraggiarono scrivendo delle opere teatrali per un gruppo di teatro sconosciuto. Poi Christian Ludvigsen e Hans Martin Berg che ci guidarono nella nostra ingenuità a portare alla luce quello che ci incalzava dentro. Infine Kaj K. Nielsen e Jens Johansen, il sindaco e il segretario comunale di Holstebro che convincendo un’intera giunta, accolsero l’Odin Teatret senza esigere che ci integrassimo nel piccolo giardino danese. Non domandarono di vedere immediatamente i frutti del nostro lavoro. Lasciarono che uno strano arbusto crescesse secondo il proprio ritmo, seguendo altre stagioni, con i suoi rami selvaggi. E così permisero che l’Odin diventasse una fertile parte di quella molteplicità, diversità ed estraneità che è la nostra cultura contemporanea.
La nostra origine è stata l’ombra, ed è nell’ombra che preferiamo vivere. È nell’anonimo lavoro quotidiano che incontriamo la sfida sempre uguale che mette alla prova l’intensità e la credibilità delle nostre motivazioni. Siamo venuti dal buio e augurateci che quando scompariremo nel buio il nostro ultimo sogno sia come il primo, quello che avevamo da giovani: essere come i nomadi San del deserto Kalahari che si muovono in direzione dei lampi, perché dove c’è tempesta, c’è acqua, vegetazione, vita.
Sono orgoglioso, insieme all’intero Odin Teatret, per questo prestigioso premio Sonning. Però ci è impossibile accettarne i soldi. Il denaro viaggerà altrove diviso in tre parti. La prima è destinata a Holstebro Folkegave, un’iniziativa di associazioni e singoli cittadini di Holstebro per costruire una casa per giovani a Tirana in Albania. La seconda parte attraversa il mare e va a Cuba, alla rivista di teatro "Conjunto" che per 35 anni ha testimoniato la lotta del teatro dell'intero continente latino americano contro la violenza e il sopruso. La terza parte va al nipote di Antigone, il pastore danese Leif Borch Hansen che ha seguito l'impulso della sua coscienza e nascosto dei profughi che la polizia danese doveva rinviare. Non rispettando così le leggi dello stato, esattamente come fecero alcuni danesi dopo il 9 aprile 1940, quando il governo danese chiese ai suoi cittadini di collaborare con gli occupanti tedeschi.
C’era una volta un gruppo di saltimbanchi che abitava nello Jutland occidentale. Viaggiavano per paesini e metropoli, si arrampicavano sull’edificio più alto e attaccavano una fune sul tetto. Gettavano l’altro capo della fune nell’aria e vi camminavano sopra, uno dopo l’altro, concentrandosi per evitare il minimo passo falso che avrebbe compromesso l’equilibrio e la marcia del singolo e dell’intero gruppo. Il loro spettacolo era accolto come una grande impresa artistica. Applausi e riconoscimenti, era veramente avanguardia estrema, sperimentalismo ardito.
Gli anni passarono e i saltimbanchi facevano sempre lo stesso. Non cambiavano, non si adattavano ai tempi, usavano una fune per avvicinarsi al cielo, ignorando le ultime novità tecnologiche: gli elicotteri, gli aerei a reazione, i missili. Non si rinnovavano. I saltimbanchi sembravano sordi a ogni commento e consiglio, si ostinavano a visitare gli stessi posti, a rincontrare i loro vecchi spettatori che col tempo diventavano sempre di meno, e a sorridere ai giovani che non avevano mai visto uno spettacolo del genere: attaccare una fune ad un tetto, gettarla verso il cielo e danzarci sopra. Un giorno scomparvero nel vuoto. La loro fune ondeggiava in un cielo greve di nuvole nere, lampi e tempesta. Le ceneri di un libro bruciato caddero giù, solo una pagina si era salvata. Vi era scritto: "Quello che devi fare, devi farlo, e non porre domande, non porre domande".

sabato 27 ottobre 2007

I Cenci

Dall'archivio storico di Ygramul LeMilleMolte:
I Cenci

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mercoledì 24 ottobre 2007

martedì 23 ottobre 2007

Esodi

L’esodo è partenza, fuga, dispersione. Dietro ogni esodo c’è una guerra. A volte una carestia, un disastro. Confusione di passi verso qualsiasi luogo. E’ l’esodo visto e rivisto in televisione. Lontano, ripetitivo, che procura fastidio. Alla fine non pensi nemmeno più che sia possibile fare qualche cosa.
Ma l’esodo è anche altro, è quello che possiamo creare noi, spostandoci. Smettendo di seguire quella scia che non si volta mai a guardare tutti quelli che fuggendo dalla loro non più personale tragedia arrivano fino qui. Noi crediamo che qualcosa si possa fare sempre. Piccoli passi, magari tutti insieme.
Per questo abbiamo chiesto agli amici artisti di aiutarci a “parlare” di un tema cosi complesso. Attraverso il segno, il colore, l’immagine, il suono, il gesto. Molti hanno aderito all’iniziativa con foto, pitture, sculture, video e ne è nata una mostra itinerante accompagnata anche dalla musica e dal teatro.
Con ESODI chiediamo per tutti, al di là della provenienza geografica, culturale e religiosa, il riconoscimento del diritto a vivere dignitosamente. In qualsiasi luogo. E esprimiamo solidarietà alla Casa dei Diritti Sociali FOCUS, un’associazione di volontariato laico che da vent’anni gestisce uno sportello per la promozione dei diritti delle fasce deboli della popolazione e una Scuola di italiano per stranieri. E’ lì che arrivano ogni giorno migranti, rom, vittime di tratta, rifugiati e richiedenti asilo. Ma anche persone senza dimora, abitanti di questa grande città che hanno bisogno di aiuto.
Con la messa all’asta delle opere promuoviamo una raccolta fondi finalizzata a ristrutturare la Sede di Esquilino seriamente danneggiata da una infiltrazione d’acqua. Si tratta di un intervento indispensabile per poter fornire un’accoglienza dignitosa e confortevole a tutte le persone vulnerabili che si rivolgono alla Casa dei Diritti Sociali per ottenere aiuto.

Ora, dopo tanti piccoli passi, la mostra itinerante si ferma qualche giorno negli accoglienti spazi di MOTO DELLA MENTE, in Via Monte Giordano 47. Dal 10 al 17 novembre sarà possibile visitare la mostra dalle ore 16.00 alle 22.00. Ogni giorno organizzeremo, secondo gli orari indicati nel programma, momenti di teatro, musica, video e giochi. Vi invitiamo a partecipare, a contribuire, a fare un altro passo con noi.
Il 23 novembre siete, infine, tutti invitati a partecipare alla grande Asta finale che si terrà presso l’Associazione Lignarius, in Via Mecenate 35 alle ore 18.00. In questa occasione saranno con noi il Gruppo di Teatro Ygramul LeMilleMolte e Laura De Marchi.

Hanno aderito all’iniziativa:

Federica Bartoli, Rita Iacomino, Veronica Westenberg, Salvatore Marino, Riccardo Di Pietro, Federica Cerulli, Fereshteh Rezaeifar, Paolo Damiani, Laura Bartoli, Chiara Cattaneo, Andrea Bonaventura, Chiara Di Pietro, Carlo Di Biagio, Nino Rovo, Gianleonardo Latini, Massimo Pompeo, Silvia Castaldo, Mario Ruju, Dafne Paris, Luisa Mortola, Sara Magnapane, Laura Di Pietro, Alessandro Cives, Giovanna Orlanza, Fulvio Bernacchia, Luigi M. Bruno, Fiammetta Mandich
Arte21 www.arte21.it - Artigiani Digitali www.artigiani-digitali.it - Ygramul LeMilleMolte www.ygramul.net - Ilnaufragarmedolce www.ilnaufragarmedolce.it - Joes Garage www.joesgarage.it – Laura De Marchi - Linea B www.lineab.tv - NinoRovoArte www.ninorovo.com - La-Q-Prod www.laq-prod.net - Locanda Atlantide www.locandatlantide.it – SudTeatroCenit www.bernardorey.eu - Associazione Lignarius www.lignarius.net – Pensieri in Moto www.motodellamente.it

mercoledì 17 ottobre 2007

Teatrerie 14 - numero di ottobre

E' online e da domani nel nostro teatro e in giro per la capitale, il nuovo numero di Teatrerie 14 - Manifesto Autoprodotto dal Gruppo Ygramul. All'interno il programma dell'intera rassegna INSETTIVIA dal 19 al 28 ottobre, le anticipazioni di novembre, il cartellone del Baffo della Gioconda interamente organizzato dal Teatro Ygramul, corsi, seminari e informazioni sul B.E.Y., le illustrazioni nate dal percorso Ygramul a Bali...tutte cose che potrete trovare sbirciando su ygramul.net ma che stampate su carta hanno tutto un altro sapore.

giovedì 11 ottobre 2007

Primo SEMINARIO del B.E.Y.

Ultimi giorni di iscrizione per partecipare al Primo
Seminario del B.E.Y. condotto da Groucho Teatro.
AFFRETTATEVI!
3314703950/ info@ygramul.net








IL TEATRO CHE DANZA
18-21 Ottobre 2007, orario 15-19
presso Teatro Ygramul,
Via M.N. Nicolai 14 (San Basilio), Roma

La ricerca di Groucho Teatro è orientata dalla necessità di utilizzare il corpo come strumento cognitivo e comunicativo.
Affinché il corpo si liberi dai condizionamenti socio-culturali che modellano il comportamento quotidiano (insieme di azioni-reazioni ripetute meccanicamente), sentiamo necessario percepire e far vivere l'impulso vitale, che attraverso la custode della nostra memoria, la colonna vertebrale, muova la muscolatura e dia forma a un movimento vero e individuale che stimoli la creatività.

"L'attore traduce in impulsi fisici le proprie immagini mentali" (La Canoa di carta, Eugenio Barba).

Nel seminario saranno affrontate tecniche finalizzate all'apprendistato del proprio bios scenico, ovvero finalizzate alla presenza scenica secondo i principi di opposizione, energia da terra, equilibrio-disequilibrio, segmentazione delle varie parti del corpo (plastica), per arrivare alla costruzioni di azioni fisiche e partiture sceniche attraverso l'improvvisazione.
Verranno utilizzati elementi codificati della danza degli Orixà, danza rituale afro-brasiliana legata al Candomblè, per esplorare le proprie qualità energetiche e farle danzare.
Come costruire le azioni vocali? La voce come corpo, la forza vibratoria della voce, la scoperta della fisicità della propria voce e della singolarità di ogni voce saranno esplorate durante il seminario: tecnica dei risonatori, scoperta della muscolatura che dà sostegno alle azioni vocali e permette di incarnare in esse le proprie emozioni veritiere, utilizzando la finzione teatrale per 'trovare il coraggio di non fingere'.

L'Associazione Culturale Groucho Teatro – Centro di Ricerca Teatrale opera sul territorio nazionale e internazionale, con pedagogia e spettacoli. Ultimamente (2007) all'interno della propria ricerca di Antropologia Teatrale, con particolare riguardo alla danza degli Orixà, ha effettuato sul territorio Brasiliano, attraverso l'università Ufba di Bahia, ricerche specifiche su tale danza.
Gli Orixas sono divinità personificanti elementi della natura, quindi dell'essere umano.
Il 'Prometeo in Blues' spettacolo in tournèe in Brasile, Bolivia e Argentina, incarna questa ricerca.

Costo seminario: 65 euro esterni, 55 euro iscritti al B.E.Y.
Info seminario: info@ygramul.net
tel.: 3314703950 (Vania)
sito web: http://www.grouchoteatro.it/

Video

mercoledì 10 ottobre 2007

Iniziano i Percorsi Laboratoriali del B.E.Y.

Da questa seconda Settimana di Ottobre cominciano i differenti Percorsi Laboratoriali del B.E.Y. (Banjar di Esoteatro Ygramul).
Per tutto il mese di Ottobre le porte saranno aperte e consigliamo tutti/e i volenterosi e curiosi che vogliano conoscere il Metodo di insegnamento e di Ricerca Patafisica, Ludica-EsoTeatrale del Gruppo Ygramul, di avventurarsi nei nostri spazi del:

  • LUNEDI' sera (incontro con il Conduttore Vania alle ore 20.00) inizio Laboratorio SALTYMBANCO dalle 20.30 alle 23.30.
  • MARTEDI' sera (incontro con il Conduttore Vania alle ore 20.00) inizio Laboratorio LUDYKA dalle 20.30 alle 23.30.
  • MERCOLEDI' sera (incontro con i Conduttori Vania ed Antonio alle ore 20.00) inizio Laboratorio YOGURT dalle 20.30 alle 23.30.
  • GIOVEDI' sera (incontro con i Conduttori Massimo e Monica alle ore 20.00) inizio Laboratorio CARYLLON dalle 20.30 alle 23.30.

I Percorsi saranno attivi in Ottobre:

  • i Lunedi' 8 e 15
  • i Martedi' 9 e 16
  • i Mercoledi' 10 e 17
  • i Giovedi' 11 e 18 e Domenica 21 (dalle 11.00 alle 14.00)

Per poi iniziare da Novembre con 4 Incontri Mensili.
Il Tema dei vari Laboratori deve essere ancora deciso, e verra' creato assieme al Gruppo Definitivo dei Partecipanti nella prima settimana di Novembre.
VENITE!!! Osservate e Partecipate ai Corsi, incuriositevi del Nostro Lavoro.

Per Info e Prenotazioni 331-4703950

martedì 9 ottobre 2007

Ygramul Mail

Da quest'anno YGRAMUL mette a disposizione di tutti la possibilità di aprire una casella di posta elettronica @ygramul.net. L'utlizzo è facilissimo e l'iscrizione lo è ancor di più.
Naturalmente il servizio è gratuito!
Iscrizione:
spedire un email all'indirizzo info@ygramul.net
che abbia per oggetto: nuova email
nel corpo inserire:
username: proprionome
eventualmente inserire due o tre proprionome di riserva nel caso in cui fossero occupati i precedenti
password: propriapassword
In 24 ore riceverete un email di risposta.
Utilizzo:
  • tramite web > collegarsi all'indirizzo www.ygramul.gozzilla.it e inserire come username proprionome@ygramul.net e come password la password scelta e accordata dall'amministratore
  • tramite client > riceverete le istruzioni via email per configurare i vostri browser di posta elettronica (es. Outlook, Eudora etc.)

Buon divertimento!

domenica 7 ottobre 2007

Mondofiaba

con Monica Crotti, Massimo Cusato, Paolo Parente, Antonio Sinisi, Aida Talliente / musica dal vivo: Daniele Pittacci / regia patafisica: Vania Castelfranchi


Spettacolo per bambini/e e adulti costruito sulla narrazione di fiabe e storie provenienti da quattro differenti terre del mondo: favole africane, racconti dal sud del Brasile, leggende dell'Amazzonia e canti e storie balinesi. La narrazione viene giocata con il pubblico in un'interazione continua, alternata da musiche, danze, immagini e oggetti dei popoli Guaranì Kaiowà, Saterè Mawè, Chewa e Yaho e le maschere di Bali.
Al Baffo della Gioconda - via degli Aurunci, 40 (San Lorenzo - Roma)
venerdi 12 ottobre ore 22:00

venerdì 28 settembre 2007

Disorganico in Salsa Antropologica

Spettacolo performativo da camera, creato ed interpretato da Vania Castelfranchi su ispirazione dei testi "Incontri con Uomini Strordinari" di Gurdjieff e "Il Piccolo Principe" di Saint-Exupery.
Un monologo con musica dal vivo, ove l'improvvisazione dell'attore e dei suoni si legano al pubblico presente, come ai viaggi compiuti dall'attore e alle drammaturgia di viaggio, in un'amalgama disorganica e scheggiata. Ogni spettatore trova nel disordine spaziale e testuale la sua posizione lineare, il suo parziale ma brillante punto di vista, provocato dall'attore, sul chiaro ma invisibile sentiero degli archetipi, della 'Straordinarieta'' delle persone come degli eventi, scorgendo nel caos, in terre vicine e lontane, un sentiero boscoso, ricco di 'Principi' del pensiero, della politica e dell'animo, spesso sperduti nel Deserto e in cerca di anarchiche utopie, come il Teatro stesso.
Un esperimento di Vania Castelfranchi
al Baffo della Gioconda
via degli Aurunci, 40 (San Lorenzo / Roma)
venerdi 5 ottobre ore 21:30

lunedì 17 settembre 2007

Laboratorio Teatrale Integrato

Anche da quest'anno il Gruppo Ygramul propone nelle scuole del 92° Circolo il Laboratorio Teatrale Integrato. E' possibile scaricare il progetto per l'anno scolastico 2007-2008 cliccando qui.

Racconti in assenza di gravità

Rassegna di Teatro e Musica dal 21 al 27 settembre

venerdi 21 settembre - ore 21:30
SALOTTO RACCONTAMIUNASTORIA “Storia dell’Arte – Arte della Storia”
Salotto Raccontamiunastoria e' l'invito a gustare ancora questo piacere, a condividerlo con gli altri, a trasmetterlo a chi si incontra, per condividere il piacere di ascoltare e narrare con le proprie parole. Chiunque può partecipare, non solo ascoltando i racconti delle attrici della Compagnia Raccontamiunastoria, ma raccontando una propria storia sul tema della serata, una favola che conosce dalla sua infanzia oppure una storia completamente inventata, un racconto letto in precedenza o una leggenda sentita chissà quando e chissà dove...

sabato 22 settembre - ore 21:30
SCARAMANOUCHE in concerto
Swing Quartetto, venti corde al servizio dello Swing! Quartetto in partenza da Roma, attraversa gli eleganti anni '30 passando nel frattempo da : swing, musica dei balcani, canzoni melodiche, cafè chantant, rivisitazioni, rock, musica romanesca. Scaramanouche Swing Quartetto unisce, in ogni concerto, musica e umorismo delirante. Lucio Villani, contrabbasso e voce Alessandro Russo, chitarra Leonardo Spinedi, violino

domenica 23 e lunedì 24 settembre - ore 21:30
PIRATE
con Paola Balbi, Angela Sajeva, Chiara Visca, Sonia Cossettini
musica e voce Roberta Montisci ed Emanuela Esposito
regia di Paola Coppi.
scenografia Fiammetta Mandich
Il 28 luglio 2007 ha visto il debutto di “Pirate” uno spettacolo di storytelling ideato dalla compagnia Raccontamiunastoria, in occasione della Tall Ships’ Race 2007.
Attraverso i racconti delle affascinanti avventure di quelle donne che nei secoli passati hanno navigato travestite da uomini e si sono date alla pirateria, lo spettacolo si propone di restituire un quadro di quella che era la vita sui grandi velieri prima dell'avvento dei motori e di trasmettere al pubblico le indescrivibili emozioni che essere parte dell'equipaggio di una nave a vele quadre può dare. http://www.myspace.com/spettacolo_pirate








martedì 25 settembre -ore 21:30
IN PUNTA DI PIEDI
di e con Andrea Trapani
E' il destino grottesco di un adolescente inadatto al gioco e quindi eternamente destinato alla panchina. Siamo in un qualunque campetto di periferia toscano, di quelli dove l'erba non cresce mai. Mastino, il terzino destro protagonista del monologo, si prepara ad assistere ad un'ennesima, lunghissima domenica da escluso. All'atroce rimpianto di non essere in campo si sovrappone l'amore per una fanciulla che, a partita in corso, entra in campo e va incontro all'eterno rivale, l'ala sinistra dai piedi d'oro. Quando, sotto gli occhi stupiti di tutti e contro il volere dell'allenatore, Mastino entrerà in campo si troverà ad affrontare se stesso e i propri fantasmi adolescenziali lungo la linea bianca che lo separa dalla panchina, e in una danza carnivora inseguirà fino a perdersi il sapore della sconfitta.

mercoledì 26 settembre - ore 21:30
PANE E OLIO - Storie con tutto un altro sapore
con Chiara Casarico Giovanna Conforto Rita Superbi
"Pane e Olio" è uno spettacolo di racconti e suggestioni. Attraverso un intersecarsi di volti, luoghi e situazioni, si giunge alla condivisione del cibo più semplice della nostra tradizione: pane, olio, origano e sale. Il tutto condito dal racconto di storie vere, storie vissute, legate al cibo, al lavoro, alle condizioni di vita tanto diverse da parte a parte del pianeta terra, con una particolare "tirata d'orecchie" sugli OGM. Una bella mescolanza di stili e di linguaggi; un susseguirsi di scene a ritmo sostenuto con continui passaggi dal Comico al Drammatico.


giovedì 27 settembre
“CANTASTORIE PER TEMPI MODERNI”
Daniele Mutino fisarmonica e voce
Viaggio musicale-narrativo attraverso l’infamia della Guerra e i paradossi dell’Amore
canta la Storia contemporanea con allegria e con drammaticità.
Daniele Mutino è un cantastorie contemporaneo che per raccontare utilizza soprattutto la sua fisarmonica, attingendo dalla musica classica, dal cinema, dalla canzone d’autore, dal teatro.
Intraprende così un viaggio musicale e quasi teatrale sempre con il proposito di raccontare e considerare la Storia dei nostri tempi attraverso il sogno della musica.
Ingresso con consumazione inclusa 7 euro + tessera associativa 3 euro

mercoledì 12 settembre 2007

Incontro-Dibattito sulla Pedofilia

Forme di Prevenzione, di arresto e di coscienza sul dramma mondiale

Incontro/Conferenza aperta al pubblico nella serata di martedì 2 ottobre, dalle ore 20.00 alle 23.00, presso il Teatro Ygramul. All'incontro sono invitati tutti gli interessati (addetti ai lavori e non) alla difficile tematica della Pedofilia e dell'abuso sessuale, con ampio spazi di intervento e di discussione e la presenza di esperti da varie realtà italiane ed estere.
Ospite d'onore la Dottoressa Luh Ketut Suryani (psichiatra e presidentessa dell'organizzazione balinese C.A.S.A. Committee Against Sexual Abuse) con la quale il Gruppo di Ricerca Ygramul ha collaborato in quest'ultimo viaggio di teatro antropologico.
Per informazioni:
3314703950

B.E.Y.

Questo Secondo Anno di Attività del Teatro Ygramul conferma i magnifici percorsi di Laboratori per attori/ci che sono stati ospitati già l'anno scorso nelle sale del Teatro; Laboratori patafisici che hanno visto circa 50 partecipanti andar in scena a Roma, Viterbo, Chieti, e a Granada. Le strade intraprese si intensificheranno e miglioreranno nell'aspetto Pedagogico e Metodologico attraverso la strutturazione del B.E.Y. : il Banjar di Esoteatro Ygramul. Il Banjar è una struttura politica/sociale della cultura balinese che comprende il tempo ed il luogo ove una comunità possa riunirsi e discutere in maniera democratica e profonda, la miglior crescita per il Gruppo/Comunità, una sorta di Assemblea pubblica. L'idea del Banjar tenta di spostare i livelli di potere su un piano orizzontale e di mettere in comunanza allievi ed insegnanti nell'intento reale di crescere entrambi, con ruoli diversi e modalità aperte di investimento personale. Così i Laboratori Ygramul, da sempre mirati ad ampie logiche di Gruppo, terranno la struttura degli Sciami, anche numerosi, ma cercheremo assieme un investimento artistico più personalizzato ed individuale, in modo che ciascun attore/ice formi il proprio Esoscheletro e mostri le sue Ossa, i suoi obiettivi ed interessi.
L'Esoteatro è un complesso metodo di nuovi giochi teatrali, inventati da Vania e dal Gruppo di Ricerca Ygramul, che si sta delineando e si formerà proprio con l'ausilio del Banjar durante tutto questo anno di Attività del Teatro Ygramul, per venire pubblicato nel 2008 all'inaugurazione del Terzo Anno.
Nel B.E.Y. vivranno:
- Laboratorio teatrale Saltymbanco del Lunedì sera (dalle ore 20.30 alle 23.30);
- Laboratorio teatrale C.I.M. Ciònonostante Io Midiverto ogni Martedì pomeriggio;
- Laboratorio teatrale Ludyka del Martedì sera (dalle ore 20.30 alle 23.30);
- Laboratorio teatrale Flyck del mercoledì pomeriggio (dalle 17:30 alle 19:30);
- Laboratorio teatrale Yogurt del Mercoledì sera (dalle ore 20.30 alle 23.30);
- Laboratorio teatrale Caryllon del Giovedì sera (dalle ore 20.30 alle 23.30);
inoltre ogni Laboratorio avrà un incontro mensile nel Week-end, per recuperare la serata mancante perché occupata dalla Rassegna di spettacoli del Teatro, garantendo 4 incontri al Mese di 3 ore l'uno.
Ogni Laboratorio darà la possibilità ai suoi partecipanti di incontrarsi con i conduttori/ci dei percorsi 30 minuti prima (dalle 20.00) per elaborare le strade personali e le scelte dei singoli all'interno del Gruppo.

Inoltre gli iscritti ai Laboratori potranno partecipare:
· ad alcuni percorsi con l'infanzia nel Teatro scolastico seguito da Ygramul;
· al Laboratorio integrato con il Centro di Salute Mentale di San Giovanni;
· agli incontri intra-laboratoriali ove i singoli percorsi si scambieranno le esperienze;
· alle Rassegne del Teatro per costruire un training-poetico e stlilistico;
· ai Seminari Mensili...
Ciascun partecipante potrà iscriversi (con delle facilitazioni economiche ed una priorità) ai Seminari che ogni mese dell'anno prenderanno vita all'interno del B.E.Y.. Abbiamo ipotizzato quelli che saranno i Seminari di questo Percorso, sapendo che molti desideri potranno divenire concreti e donare agli interessati le giuste informazioni di Prezzi e di Tempi solamente all'inaugurazione di Venerdì 19 Ottobre. Per ora diamo un appunto ipotetico per mostrare le direzioni che stiamo prendendo:

Ottobre > Seminario del Groucho Teatro (Teatro Antropologico, e Danze Orixa afro-brasiliane)
Novembre > Seminario di Mamadou Dioume (Attore del percorso di Peter Brook)
Dicembre > Seminario di Esoteatro (Nascente Metodo ludico/patafisico della Ricerca Ygramul)
Gennaio > Seminario di Dewa Ngura' (Teatro/Danza balinese, musica e movimento di Bali)
Febbraio > Seminario Esoteatro (Nascente Metodo ludico/patafisico della Ricerca Ygramul)
Marzo > Seminario di Tapasudana (Attore del percorso di Peter Brook)
Aprile > Seminario di Esoteatro (Nascente Metodo ludico/patafisico della Ricerca Ygramul)
Maggio > Seminario Aisac e Joffri (Teatro Africano, Canti e maschere del Malawi)
Giugno > Percorso di viaggio con l'Esoteatro e l'Odin Theatre al Teatro Euroasiano
Luglio > Seminario Monetta (Pulcinella e Zanni)
Agosto > Percorso di viaggio con l'Esoteatro e David Barittoni (chakra della voce)
Settembre > Seminario Odin Theatre (Attori del percorso di Eugenio Barba)

I Laboratori del B.E.Y. cominceranno in Teatro da Lunedì 8 Ottobre e seguiteranno a raccogliere iscrizioni per tutto il mese, per stabilire il numero preciso dei vari Sciami entro la prima settimana di Novembre.
I Laboratori costeranno 35, 00 Euro mensili a partecipante, comprensivi della Tessera del Nuovo Anno dell'Associazione Culturale.
Primo Seminario del B.E.Y. di Ottobre è:

Il teatro che danza

da Giovedì 18 a Domenica 21 Ottobre 2007,
dalle ore 15.00 alle ore 19.00
per un totale di 16 ore di studio
presso il Teatro Ygramul,


La ricerca di Groucho Teatro è orientata dalla necessità di utilizzare il corpo come strumento cognitivo e comunicativo.
Affinché il corpo si liberi dai condizionamenti socio-culturali che modellano il comportamento quotidiano (insieme di azioni-reazioni ripetute meccanicamente), sentiamo necessario percepire e far vivere l’impulso vitale, che attraverso la custode della nostra memoria, la colonna vertebrale, muova la muscolatura e dia forma a un movimento vero e individuale che stimoli la creatività.
“L’attore traduce in impulsi fisici le proprie immagini mentali” (La Canoa di carta, Eugenio Barba).
Nel seminario saranno affrontate tecniche finalizzate all’apprendistato del proprio bios scenico, ovvero finalizzate alla presenza scenica secondo i principi di opposizione, energia da terra, equilibrio-disequilibrio, segmentazione delle varie parti del corpo (plastica), per arrivare alla costruzioni di azioni fisiche e partiture sceniche attraverso l’improvvisazione.
Verranno utilizzati elementi codificati della danza degli Orixà, danza rituale afro-brasiliana legata al Candomblè, per esplorare le proprie qualità energetiche e farle danzare.
Come costruire le azioni vocali? La voce come corpo, la forza vibratoria della voce, la scoperta della fisicità della propria voce e della singolarità di ogni voce saranno esplorate durante il seminario: tecnica dei risonatori, scoperta della muscolatura che dà sostegno alle azioni vocali e permette di incarnare in esse le proprie emozioni veritiere, utilizzando la finzione teatrale per ‘trovare il coraggio di non fingere’.

L’Associazione Culturale Groucho Teatro – Centro di Ricerca Teatrale opera sul territorio nazionale e internazionale, con pedagogia e spettacoli. Ultimamente (2007) all’interno della propria ricerca di Antropologia Teatrale, con particolare riguardo alla danza degli Orixà, ha effettuato sul territorio Brasiliano, attraverso l’università Ufba di Bahia, ricerche specifiche su tale danza.
Gli Orixas sono divinità personificanti elementi della natura, quindi dell’essere umano.
Il ‘Prometeo in Blues’ spettacolo in tournèe in Brasile, Bolivia e Argentina, incarna questa ricerca.

Costo seminario: 65, 00 Euro esterni, 55, 00 euro iscritti al B.E.Y.
Info seminario: info@ygramul.net
per SMS al cell.: 3314703950 del Teatro Ygramul
sito web: http://www.grouchoteatro.it/
Iscrizioni da presentare entro la prima Settimkana di Ottobre.

lunedì 10 settembre 2007

Gordo.it

Gordo.it nasce nel 2002 come primo sito d’arte indipendente gestito esclusivamente da scimmie.
Ora sono tre bei ragazzi, sportivi e slanciati, che realizzano web cartoon, advergame, animazioni 3D e strategie virali per Internet.

All'interno della sezione "Chi eravamo" più di 100 artisti “viviselezionati”da un branco di scimmie, tra cui Ygramul [cliccando su Archivio Vivisezioni]. E offerti al pubblico con interviste, materiali multimediali, pillole di net art. Tutto perché “L’arte non esiste”. Questo era Gordo.it fino al 2004 e parlarono di noi Il Venerdì, l’Unità, MTV, RAI 2 e tanti altri.

http://www.gordo.it/

mercoledì 29 agosto 2007

Cinema amatoriale, una «direzione Comune»

Un manifesto. Dichiarazione d'intenti e presa di posizione, più che un fortino una trincea nel deserto, logorio da I guerra mondiale, volontà di underground, con coscienza che gli alberi che per Brakhage avrebbero toccato il cielo non hanno (mai avuto) l'humus in cui svilupparsi.
Convinzione che il nemico (dichiarato: manipolatori carcerieri di immagini per professione, al soldo dello spettacolo), nascosto sotto la bagarre dei propri colpi appariscenti e rumorosi stia per esserne seppellito.
«Bisogna cercare di manifestare un atto, l'atto della rappresentazione, non la rappresentazione stessa». Innanzitutto un atto politico è il Breviario di estetica audiovisiva amatoriale che Fabrizio
Ferraro (gruppo amatoriale) ha pubblicato con DeriveApprodi. E in quanto tale che si fa manifesto in senso storico, non nella forma né in proclami da «setta di poeti estinti postumi», ma avanguardia strettamente «militare» che si insinua nel sistema cinema se non per deflagarlo quantomeno per decollocarlo (nessuna dislocazione) dal suo status (parolaccia sinéddoche) di arte spettacolo intrattenimento. Coscienti dell'apocalisse avanzata in atto, (con Welles) non siamo sull'orlo di un abisso ci siamo dentro, il gruppo supera la tattica tabula rasa propria dell'avanguardismo novecentesco e cerca appigli e compagni nella filosofia di Leibnitz e Spinoza, Wittgenstein e Simone Weil (su cui il gruppo girerà il prossimo film). Prima ancora del breviario il gruppo amatoriale era già passato alle vie di fatto, superando eticamente e politicamente lo iato tra teoria e azione proprio a gran parte del movimento marxiano di lingua italiana in cui affondano le loro radici: è l'azione l'ideal (finalmente!). Nel novembre 2006 Le variazioni del Signor Quodlibet, prima opera a firma collettiva con dedica a Monteiro, è stata presentata al Torino film festival, riferimenti estetici evidenti: Fernando Birri Huillet/Straub (a cui il libro è dedicato), punti di sostegno per toccare Godard, Renoir, Bela Tarr, Brecht: «Il realismo non fa vedere ma rende visibile, scava. (...) Il naturalismo ha paura del falso perché è falso e sottomette alla delega e alla passività». Questo in sintesi l'approccio etico-estetico, nessuna delega (azione diretta) all'immagine, che deve farsi sintesi di uno scontro con l'universo voluto e affrontato come pluriverso. L'Amatoriale è inteso in senso politico, massimalista, legato al contingente, contrapposizione allo specialismo e all'accumulo capital-spettacolare, ricerca di una «dimensione Comune» (quella di Parigi) che passi attraverso la «pochitudine» piuttosto che le moltitudini. Una miriade di film la cui diffusione sarà circoscritta, film per pochi, fatti con loro e per loro. Siamo da tutt'altra parte rispetto ai pensierini global e local, i «ni» e i forse... in direzione ostinata e contraria all'ecumenismo veltroniano delle feste del cinema con tutti e per tutti: per il gruppo amatoriale con l'evento si intende la rottura immediata di ogni linearità, l'abbandono del prestabilito. Curioso che il gruppo prenda distanza dall'amatoriale di Brakhage, letto come ripiegato sul privato familiare; mi permetto di aggiungere che Brakhage scrive anche, tra l'altro, «creatore e spettatore uniti nella ricerca, un ideale di religione anarchica dove tutti sono sacerdoti che danno e ricevono, o piuttosto stregoni o meglio streghe...». Amatoriale è anche essere sciolti nel vento, nessun legame; se questa macchina arriverà a incontrare Rossellini e essere davvero ammazzacattivi allora saremo condannati a morte nel nostro quieto (non) vivere.
di Fulvio Baglivi / Il Manifesto, 18 agosto 2007

martedì 28 agosto 2007

domenica 26 agosto 2007

Meong Meong

Poesia

In una sera calda
d'estate
un grillo canta,
E' allegro, insistente.
Si sente il profumo
dorato di una ginestra.
E... in tutto questo
il grillo inneggia.

Roma, 27/07/2007

sabato 25 agosto 2007

Diario di Viaggio LX


Bali Post, 23 Augustus 2007

mercoledì 22 agosto 2007

Diario di Viaggio LVIII


Sulla strada di Kuta, nel traffico dispettoso e volgare della metropoli balinese, vedo una vespa italiana.
Sopra, accucciato come un maiale nel fango, un pallido turista brizzolato biondo, con vestiti sgargianti, un casco lucente ed uno zainetto della Nike... ma sul suo grembo, abbracciata come un marsupio insicuro, una bimba balinese, avvinghiata alla cintura, la faccia compressa sulla camicia dell'uomo, ed un'espressione sognante.
Cosi' lascio l'isola, nauseato da Me e Armato contro di Lui!
Pedofilia, Prostituzione, Abuso, Violenza... ora Vi scorgero' a casa, con occhi piu' coscienti e il corpo pronto a intervenire.
Torniamo ad una giungla meno affascinante e piu' nemica, ma vitale, li' ove il Teatro si fa 'Pratica'.
Ciao, da Vania. Da Bali... l'ultima!

Diario di Viaggio LVII

Un vecchio contadino, con le spalle e la testa cariche di buste di plastica, ci osserva.
Noi, come sciocchi occidentali, chiediamo un'informazione per raggiungere il Parlamento di Denpasar, ove la Dottoressa Suryani ci attende con l'ufficialita' cittadina!
Lui ci guarda e smaschera 40 denti inverditi da bali... poi risponde con un gesto magico e misierioso delle braccia e di mani antiche!
E' incomprensibile, eppure lui ha raccontato la sua mappa per raggiungere il mondo. Mi ricordo:
Mai chiedere informazioni a Bali ai signori/e con piu' di 30 anni, poiche' essi NON narreranno delle vie esistenti, ma indicheranno la bussola del cielo per raggiungere il tuo obiettivo... che ognuno si scavi la sua strada!
Ringraziamo e fuggiamo, tra le bestemmie mattutine colorite e riscaldanti di Antonio e lo stupore fanciullesco del Gruppo.

Diario di Viaggio LVI

Ufficio delle spedizioni:
consegno i miei bagagli, ben chiusi e serrati.
Dopo poco mi trovo su una piccola scrivania a firmare
dei documenti di viaggio con Pennarelli MAGICAMENTE usciti dalle mie valigie e che, per motivi del tutto balinesi, sono ora poggiati in bella mostra sugli scaffali dell'ufficio.
Sul tavolo vi e' anche un foglio (ricevuta di alcuni acquisti fatti per il Teatro) che nei lontani sogni della mia 'Pryvaci' da occidentale io sapevo essere custodito dentro una cartellina sul fondo del bagaglio. La signorina mi sorride e dice "Sangat Baik?" (Ti convince...va tutto Bene?). Io sorrido (di me stesso e delle mie ipocondrie di possesso occidentale) e dico "Becek Becek" (Bene, Bene)... pensando: "Non e' che siccome pago od ho pagato, questi oggetti sono miei!"... "Grazie Bali, che mi sforzi di togliere ogni Ricatto e mi servi da Jago!".

Diario di Viaggio LV

Eccoci al dunque!
Questa e' l'ultima serata qui in Bali ed io osservo il cielo da dietro una vetrina di Internet, tentando di tracciare i ricordi su una tastiera enigmistica, senza lettere ed ordine.
Mi getto davanti a questo alfabeto criptato e logoro con le labbra incandescenti di Calamari alla piastra immersi in un chili vulcanico, con la stanchezza di due mesi sulle ginocchia, e gli occhi umidi di lacrime per la grande gioia di un viaggio cosi' divino. In realta' ho voglia di tornare e sento in tutti, da Emiliano e Olla che riabbracceranno il loro piccolo Swanur, a Daniele che si riscaldera' nuovamente con Francesca, a Max e Monik che rinverdiranno la loro 'tana' di matrimonio... tutti hanno molti desideri nella lontana Italia e belle mancanze da colmare (anche una buona mozzarella!)... io riannusero' il Teatro Ygramul, piccolo scarabeo lasciato per 2 mesi a capa sotto, con le zampe che si agitano verso il cielo nell'inutile tentativo di riordinarsi e progredire da solo; lo ripoggero' in asse, per rimettere in sesto la sua
m(n)otorieta'. Con i biglietti e doni di Gloria, nostra scarica poetica, impiliamo i bagagli nelle auto e gia' combattiamo con la dimenticanza di tutto questo! Ma l'ultima Mail doveva essere tutt'altro! Un coacerbo di emozioni e di crescite teatrali nate da questa esperienza doveva portarmi a scrivere il Diario degli ultimi spettacoli, dei paesaggi, dei nuovi importanti scambi contro l'orrore della Pedofilia. Ma questo e' il Terzo Teatro, la sfida antropologica liminale che ci porta proprio a NON esaudire mai sino in fondo i nostri desideri/pregiudiziali e a tradirci, a stupirci delle variazioni immediate e dispettose! Volevo anche spedire il Terzo ed ultimo Gyoco di Memorya, con omaggi a Giulietta, Silvia Zac, Silvia Amica e tanti/e che hanno in un modo o nell'altro fatto da carburante a questo 4 viaggio Ygramul. Invece...
Il mio PC si e' cotto... cotto di parole, di immagini, di sballottamenti in jeep, di Bali! Ed oggi e ieri abbiamo passato meta' giornata in uffici costipati, per spedire in enormi casse vampiresche i nostri regali per il Teatro (addobbi, tempietti, gli strumenti Gamelan, ecc.).
Le casse arriveranno tra 1 mese a Roma, attraverso un'avventurosa traversata di mare che sarei curiosissimo di seguire... portando con se' spiriti dei Naga (i Serpenti magici) Balinesi, Anjing e raggi di luce dell'isola degli dei! Insomma questo tassello di Diario che completerebbe le nostre 50 giornate e' svanito, sotto una mattinata di spettacolo in un'Arena circondata da genitori e bambini/e acclamanti, con televisione e giornalisti a cogliere la lucentezza di sbiadite star italiane... Il Diario, non ve la prendete, e' coperto da una risata liberatoria, che investe l'intero viaggio di sorrisi attoriali e di scoperte irraccontabili. Il Progetto sara' allora completato a Roma e cosi' i Gyochi Ygramul... Per farmi scusare vi mando solo un Dettaglio della Foto di Antonio Guerriero Baris (che avreste vinto integrale se aveste indovinato il 2 Gyoco!).
Per il resto quindi... voglio riposare, in questa sera malinconica ma carica di energie, ove saluto/iamo Bali, chi piu' e chi meno cosciente, ma TUTTI con una grande molla dentro che ci spinge in Italia e che qui si e' caricata, tra vulcani e foreste, aracnidi giganti e gechi canterini, mercati e templi fumiganti.
Spediro' solo una sequenza di immagini e frasi, qua e la', un poco disordinate e frammentarie.
Domani alle 8 c'involiamo, cavalcando il Mare, e inseguiremo il sole, senza permettergli di tramontare, per 1 giorno e 1 notte. Ci vediamo a Roma, il 24 mattina (verso le 7). Ciao, buona visione e buoni piccoli assaggi di parole...
Il Gruppo torna rinnovato (ogni tensione si e' evoluta in 'rapporto' e in 'crescita'), e mai piu' potremo essere infantili, ma lottiamo per la nostra 'giovinezza'!
Vi lascio con un ultimo pensiero che Pasolini ci ha perennemente inculcato, confermando le ottime e antiche intenzioni del nostro essere Ygramul:
Il Teatro Borghese dice "IL TEATRO E' TEATRO"
Il Teatro d'Avanguardia/Rivolta dice "IL TEATRO E'TEATRO, ANCORA"
Il Nuovo Teatro dice "COS'E' IL TEATRO?"
Bali, con lacrime di gioia vaniesche... sempre piu' regista e quindi sempre piu' 'Uomo'(nel buono e nel cattivo significato).

martedì 21 agosto 2007

Diario di Viaggio LIV

Altra giornata di fatiche e di agitazioni
per il gran ritorno... ma oggi GRANDE riunione
sui Ruoli e le Idee registiche/attoriali di 'Affabulazione'!
E inoltre Emiliano si e' dimostrato lucente e degno della nostra stima e fiducia! Ha espresso la sua idea dopo una brutta Riunione di silenzi avvenuta ieri! Bellissimo... siamo tutti molto piu' leggeri e felici, soddisfatti di una magnifica esperienza che cosi' si conclude senza reali e profonde ombre, ma con molte domande di crescita! Tutto si riassesta e torna vivido... stanotte Pasolini, poi un rito di danze notturne con i kriss e domani l'ultimo gigantesco spettacolo! Ciao, c'est finit!
Vania

lunedì 20 agosto 2007

Diario di Viaggio LIII

Biglietto della Scatola del 'Piccolo Principe'...
"Quando riusciamo a riconoscere la nostra confusione con compassione, possiamo estendere questa compassione agli altri che sono ugualmente confusi"
Grazie!

Diario di Viaggio LII

Volevo gia' questa sera aggiungere un poco di racconti delle nostre ultime giornate, nuove sensazioni e pensieri...
avrei voluto salutare con un bacio balinese i Coniugi Prigna sul 'motorone' verso il caldo Sud, i Coniugi 'Leccatine' sempre cosi' premurosi, rispondere ai 'Nuuu' di Vincent e al commento Yoga di Simone... ma mi sono seduto davanti
questo schermo con la mente piena di orrori. Oggi e' stato
un giorno doloroso, perche' l'idea terribile di dover abbandonare quest'isola sorprendente si e' fatta sempre piu' pulsante! Abbiamo fatto uno spettacolo magnifico, coperti da un diluvio torrenziale, mentre 400 studenti grandi ci applaudivano, urlavano, si esaltavano... con i brividi lungo le schiene ci ha sfinito un 'baratto' teatrale compiuto in pienezza, mentre i ragazzi/e balinesi ci cantavano 'GuraRuPa' dei Guarani' brasiliani e marciavano sulle strade soleggiate nella Parata del Giorno dell'Indipendenza urlando le sonorita' africane del 'Waza Waza'!. Non ci avrei mai creduto di poter realizzare tutto questo e di essere veramente riusciti a trasformare lo Sciame Ygramul in un 'mezzo' di spostamento e traduzione delle culture... canti partiti in viaggio con noi che si impiantano a migliaia di chilometri, colori, storie, sapori che fanno incontrare genti in assemblee improbabili. Oggi abbiamo preso le molte Maschere e gli Strumenti musicali che porteremo al Teatro Ygramul, e abbiamo salutato Dewa e la sua famiglia, con un senso unico di tristezza e di ingiustizia (per il salario dei balinesi e' improponibile il viaggiare e solo il nostro organizzare il Corso in Teatro gli potra' permettere di raggiungerci)... Tante energie, emozioni... poi oggi una Riunione difficile per Ygramul, con importanti contrasti che ci uniscono ancor di piu' ma allontanano Emiliano dallla nostra filosofia Patafisica e Comunitaria (Antonio mi guarda commosso, dispiaciuto e impietosito dalle mie eterne fatiche di regista, e mi suggerisce con amichevole grazia "Vania, quante volte ancora aprirai 'la stanza dei Giochi' a chiunque, e non chiederai di conquistare quel luogo prezioso?")... rido, ma in realta' mi viene da piangere ripensando alle tante volte che io ed il gruppo abbiamo fatto meravigliosi Doni e siamo rimasti scottati... Si deve scegliere, SCEGLIERE, solo coloro che sono abbastana maturi da comprendere l'altissimo concetto del Baratto!
Vorrei sfogare, vomitare un poco, nella paura che mi fa tremare le ginocchia, di un ritorno in Italia difficile (ove affrontare l'orribile frattura catastrofica dello Sciame Ygramul), dove prepararsi ad un Pasolini che mi terrorizza (hai ragione Vinz, anche io lo odio!) e partire con un nuovo anno di lavoro intensivo ed incessante (con tanti, tantissimi/e allievi/e, scuole, seminari, spettacoli, il B.E.Y.....).
Fuori dalla vetrina dell'Internet Point ove sto scrivendo, protetto da un'aria condizionata polare ed una musica new-age indonesiana nauseante, un cucciolo di cane viene messo sotto da una macchina. Mi torna l'acido alla bocca dello stomaco, una pannocchia alla brace e del pompelmo fresco, mi sforo di non vomitare e presto attenione a quella creatura abbandonata da tutti. Piange, mugola, nel muso pieno di sangue ed il selciato polveroso sulle zampe. Pochi secondi, si contrae, vibra, si gratta e muore. Io lo guardo, impassibile e desolato, e capisco che Bali sta finendo, che ho vinto tanto, tantissimo, ma che ci sono energie che qui non capiro' piu'! Ora torniamo in Italia, a combattere, perche' anche quel cane schiacciato sulla via possa avere un senso, un verso di richiamo, un aiuto rivoltoso... qui abbiamo finito... non si puo' piu' fare nulla. Dopodomani un colpo di mano agli ultimi bimbi, semi lanciati in aria come nelle feste del Grano, ed un urlo disperato (come oggi, sotto la pioggia impietosa) per dire a tutti di reagire, di urlare "Nulungin!" Aiuto... di parlare, raccontare "Tutur!"...Anche voi, magnifici lettori/e, tenete gli occhi aperti "Hati-Hati!"... la Pedofilia e' ovunque, si annida in Noi e nella nostra cultura del Consumo e dello Spreco/Abuso...sta dentro i portafogli occidentali, nell'Euro, nelle piccole e grandi manie di possesso e nel collezionismo piccolo-borghese; scoviamola. Ciao da un Vania stasera pieno di vortici ubeschi e di ansie.
Sono felicissimo delle persone che hanno condiviso questo importante viaggio con Me, anche di Olla e Gloria che con passione si sono gettate in queste ultime, brevi, 2 settimane... eppure stasera sono un poco solo, con quel 'cane arruffato' che muore scodinzolando nel suo sangue. Ha ragione a farsi da solo le feste, grugnisce e saluta. Ecco che, rispetto a Lui in terra, torno ad essere in tutto e per tutto uno squallido Turista.
Italia, perdonami molto, ma stasera, nonostante l'amore violento che provo per te, NON ti voglio proprio!