giovedì 12 luglio 2007

Diario di Viaggio V























3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono Vania.
Ieri sera con il Gruppo ci siamo letti i messaggi giunti dal Sito...
siamo caricati e sostenuti dal cuore del Teatro Ygramul che, da cosi' lontano, attraverso la voce dei Laboratori, ci fa sentire l'importanza di quello che stiamo portando avanti! A me sono giunte due Mail personali che mi hanno profondamente commosso e, con un poco di tracotanza, sperando che l'autrice (Francesca)e l'autore (Gabriele) mi perdonino... vorrei pubblicarne in questo commento degli stralci. Sono lettere che mi hanno commosso e volevo ringraziarli! Francesca: "Quel che vedo, infatti, sullo sfondo di un viaggio straordinario, è la persona a cui voglio bene che riesce a fare ciò che desidera profondamente. Vania, hai creato e continui a plasmare qualcosa che, qualsiasi cosa sia, ti supera! Superano te i giullari che a Viterbo, sono sicura, sono riusciti a vivere la tua assenza come una presenza nei loro stessi gesti, nel loro stesso percorso! Superano te tutti quelli che il TeatroYgramul visitano e tutti quelli che lo curano! E supera te questo vostro quarto viaggio che ci innamora mosso dalle tue energie, certo, ma in grado di amplificare tutto ciò che vorresti dire come non riusciresti mai a fare da te.

Devi tornare perchè, sai, tutto è ancora in cantiere...ma se mai dovessi decidere di restartene lì dove Artaud sarebbe forse restato, sappi che i tuoi desideri non sono lontani dal realizzarsi: tutto quello che hai fatto e stai facendo è qui che vive...anche senza di te. Un po´ come sto imparando a fare io...ma meglio.
Hai ragione, Ygramul è fecondo...e qualcosa è già in gestazione!"
Gabriele: "Alle persone manchi moltissimo (anche tutti gli altri) e si chiedono come
stai, se stai bene, se tornerai, se possono aiutare, se sono troppo piccole
per te, e sia per un po' di invidia, ma soprattutto per il tanto affetto e
amore (quello vero), sono tutti con te/voi e hanno il fiato un po' a mezzi
polmoni come se lo stessero trattenendo...il teatro che hai creato ha fatto
anche questo (non mi ricordo queste emozioni delle altre persone quando
stavate in africa). Sarà perchè ci siamo conosciuti meglio, perchè si lavora
per qualcosa di più grande di noi, per il profondo riconoscimento verso
l'arte che magicamente stai trasmettendo alle persone, sarà perchè riesci a
far creare alle persone qualcosa di bello in un mondo che fa uscire sempre
il peggio di noi...per milioni di questi motivi, le persone sono contente di
riempire le proprie "ombre cave" e di entrare in contatto con il proprio
semidio/attore (eheh), il vero conduttore della nostra vita...e se ci
liberiamo delle brutture, quando andiamo in scena, allora non fanno
veramente parte di noi...e per questo,un po', mi sembra che la gente stia
cominciando ad abbandonare il re!"
Grazie, profondamente, da una Vania un po' troppo Balinese, che voi riportate con amore al Teatro Ygramul e che forse, altrimenti, si perderebbe...

Anonimo ha detto...

olà,
ricordate sempre,
se parigi avesse l'umere sarebbe una piccola bele. (nel senso di Bali).
Ho scoperto il blog pochi giorni fa ed eccomi qua a leggere e a guardare le foto; volevo salutarvi da qui lontano. Vi abbraccio tanto tutti quanti. Questo è un saluto fugace. Tac, un piccolo segnale di un grande pensamento che non dilungherò in righe, per quello c'è Gloria.
Ero curioso di sapere se qualche maestro della lista air line Tapa è ancora vivo, se ne avete sentito parlare o addirittura incontrati.

sintetico Simo

Vincenzo Occhionero ha detto...

A tutti i MilleMolteUomini che in questo momento si sono allontanati da strutture e contesti per frammentarsi e riprogettarsi, voglio riportare alcuni pensieri di Garcìa Lorca dal testo "Gioco e teoria del duende" sperando possano tornare utili per le vostre decodifiche :
"Goethe lo definisce un potere misterioso che tutti sentono e nessun filosofo spiega.
Il duende è un potere non un agire, è un lottare e non un pensare. Esso monta dentro,dalla pianta dei piedi...vale a dire che non è questione di capacità ma di sangue;di antichissima cultura,e,al comtempo,di creazione in atto.Questo potere è lo spirito della Terra.
Ogni uomo,ogni artista,sale ogni gradino della torre della sua perfezione al prezzo della lotta che sostiene con il proprio duende,non con il proprio angelo ne con la propria musa.Angelo e musa vengono da fuori;l'angelo dà luce e la musa dà forme.Il duende,al contrario,bisogna risvegliarlo,nelle più recondite stanze del sangue.E bisogna respingere l'angelo,e sferrare un calcio alla musa...LA VERA LOTTA è CON IL DUENDE.
Per cercare il duende non c'è mappa ne esercizio.Si sa solo che brucia il sangue come un tropico di vetri,che estenua,che respinge tutta la dolce geometria appresa,che rompe gli stili,che si appoggia al dolore umano inconsolabile,che fa sì che Goya,maestro dei grigi-degli argenti e dei rosa della miglior pittura inglese,dipinga con le ginocchia e i pugni con orribili neri bitume.
L'arrivo del duende presuppone sempre un cambiamento radicale di tutte le forme.Ai vecchi schemi dà sensazioni di freschezza completamente inedite.Il duende non arriva se non vede una possibilità di morte. Con l'idea,con il suono,o con il gesto, al duende piacciono i bordi del pozzo in lotta aperta con il creatore...il duende ferisce, e nella cura di questa ferita che non si reimargina mai risiede l'insolito,quanto c'è di inventato nell'opera di un uomo.
Impossibile poi,che si ripeta.Il duende non si ripete,come non si ripetono le forme del mare in burrasca.
Nella corrida acquista i suoi accenti più impressionanti perchè deve lottare,per un verso con la morte,che può distruggerlo,e,per l'altro verso,con la geometria,con la misura,base fondamentale della festa. ...
IL DUENDE...DOV'è IL DUENDE?Dall'arco vuoto entra un vento mentale che soffia con insistenza sulle teste dei morti,in cerca di nuovi paesaggi e di accenti ignorati;un vento che odora di saliva di bimbo,di erba pesta e velo di medusa,e annuncia il costante battesimo delle cose appena create."
Juego y teorìa del duende,1933 - Federico Garcia Lorca