domenica 3 maggio 2009

Viaggi all'AQUILA e prime testimonianze!

Ecco le prime documentazioni dei nostri Viaggi all'Aquila!

Mercoledi' 22 Aprile :

leggete il Blog o vedete il filmato su youtube:

http://www.youtube.com/watch?v=HQSRPTNPCNs

Venerdi' 1 Maggio:

Articolo sul Corriere della sera di Giovedi' 30 Aprile

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/09_aprile_30/solidarieta_deleo-1501311067480.shtml

SOLIDARIETà da san basilio

Primo maggio, teatro fra i terremotati

Attori e giocolieri: una carovana da Roma all'Abruzzo
per portare aiuti e sorrisi nei borghi più colpiti

 

I teatranti di Ygramul nelle tendopoli abruzzesi
I teatranti di Ygramul nelle tendopoli abruzzesi
Una carovana di sorrisi per i bimbi delle tendopoli. Il primo maggio il Teatro Ygramul organizza una gita all'Aquila per portare un po' di serenità alle famiglie cui il terremoto ha strappato via casa e abitudini di una vita. Partendo da Roma con quattro auto e un furgone, i partecipanti alla spedizione - in tutto 15 tra attori, giocolieri e teatranti abituati lavorare nelle realtà più difficili - porteranno aiuti materiali ai vari accampamenti, ma anche giochi e laboratori creativi per i più piccoli costretti a passare le giornate in mezzo al fango.

SPETTACOLI NELLE TENDOPOLI - «Abbiamo scelto le tendopoli più piccole - spiega Vania Castelfranchi, regista di Ygramul e coordinatore delle operazioni - perchè vogliamo evitare la burocrazia e stabilire un rapporto diretto con le persone, mamme e bambini soprattutto. Abbiamo intenzione di organizzare un viaggio al mese e, di volta in volta, chiederemo direttamente ai nostri referenti sul posto di cosa hanno bisogno».

SPEDIZIONE ESPLORATIVA - Il teatro Ygramul ha già compiuto una prima spedizione nelle zone del terremoto, raccontata in un blog che ne descrive le diverse tappe: da Colle di Rojo (dove è stata piantata una tenda-ludoteca) a Genzano, da Onna a Paganica, da Tempera ad Avezzano. «Siamo partiti lo scorso 22 aprile - aggiunge Vania - portando un bel po' di materiale che avevamo raccolto nel nostro teatro (a San Basilio, quartiere sulla Nomentana) seguendo una lista della Protezione Civile. Quando poi siamo arrivati lì, però, ci siamo resi conto che non servivano tanto pannolini e prodotti per l'igiene, ma cavi di alimentazione per accendere la luce e le stufe nelle singole tende. Stavolta siamo più attrezzati e porteremo anche torce elettriche, necessarie per muoversi nel campo quando cala il sole».

MANGIAFUOCO E GIOCHI DI GRUPPO - Oltre agli aiuti materiali, il primo maggio la carovana Ygramul organizzerà un vero e proprio spettacolo itinerante tra le macerie. Dalla mattina alla sera, l'intrattenimento sarà dedicato ai bambini e alle famiglie. «Faremo giochi di gruppo, truccheremo i piccoli - anticipa Vania - e ci saranno mangiafuocho e illusionisti. Ma soprattutto, leggeremo fiabe e racconteremo storie sul tema dell'attesa: da quelle indigene a alle filastrocche di Gianni Rodari. Il punto più importante, infatti, è che la ricostruzione non sarà veloce. Queste famiglie dovranno abituarsi alla vita in un campo e i bambini dovranno aspettare per riavere una vita normale. Lo scopo del nostro lavoro è proprio evitare che l'attesa si trasformi in rabbia e frustrazione. Vogliamo che nelle tendopoli si repiri un clima positivo, voglia di reagire insieme».
L'approccio Ygramul è innovativo ed è stato sperimentato in diverse occasioni, diverse tra loro e lontane geograficamente. «Il nostro è un teatro antropologico di intervento sociale - spiega Vania - . In altre parole, scegliamo un argomento e ci lavoriamo su fino a creare uno spettacolo che poi portiamo nelle zone più remote cercando di intrecciare il nostro punto di vista occidentale con quello delle popolazioni locali. Ad esempio, abbiamo lavorato con il tema dell'Aids e della malaria in Malawi. Siamo andati in Amazzonia e nel Mato Grosso per parlare dei diritti degli indigeni. E a Bali abbiamo portato lo spettacolo sul turismo sessuale. Ogni viaggio è stato per noi un'esperienza antropologica e culturale unica, un modo per confondere le strade e contaminare i linguaggi. Il prossimo sarà in Mongolia dove affronteremo con la popolazione locale il problema dell'urbanizzazione».

Carlotta De Leo
30 aprile 2009

 

 


 

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