mercoledì 19 marzo 2008

Ultime voci Brasilere per il Blog

Torna il sole nel cielo di questo Brasile familiare e con esso la giusta calma per poter scrivere, senza corse, senza scadenze.
In questo strano Marzo di grandi novita' mi sembra paradossale, dopo il lungo Diario spedito da Bali al nostro Blog, che i primi meravigliosi viaggi di Ygramul qui nel Brasile accogliente e affascinante, NON siano stati accompagnati anch'essi da un epistolario felice, da tante immagini piovute sulla Rete per mostrare all'"afastada" Italia il bellissimo lavoro condotto. Ancora una volta, ascoltando gli studenti dell'Universita' di Campinas, le domande curiose dei giornalisti, gli sguardi degli Scienziati, mi rendo conto ad anni di distanza dell'importanza del nostro operato teatrale, del valore profondo della Ricerca Antropologica, del gesto politico e sociale che semina e non muta nulla ma inietta il virus del dubbio, suggerisce e invita alla trasformazione, alla crescita e alla messa in discussione. Probabilmente e' ben equilibrato il giudizio che i miei compagni di viaggio danno di me, sul mio modo di costruire eventi importanti e notevoli e, in me stesso, svalutarli, banalizzarli; ma ancora una volta mi rendo conto come il mio pensiero sull'Arte sia profondamente 'pedagogico', di Regia… collegato al paziente agire di mia Nonna, una minuta e rinsecchita contadina, energica e poderosa nel suo lavorare ma taciturna e invisibile nel mostrare. Tengo nel profondo della mente una radice da contadino medievale, colmo di esperienza, tradizione, fedele e superstizioso, una pratica agricola che comprende la grande importanza della 'disciplina', del ritmo del percorso, dell'enormita' di differenze che compongono un orto o un giardino, del Fato o di una legge imprevedibile e immodificabile che lo sviluppo di un Bosco inscrive in se'… in tutte questo nasce la mia Fede nel gesto teatrale, la lunga attesa senza remore, la tensione estrema e l'importanza del Lavoro sino a scavalcare se' stessi, l'umano, il Tempo… da questa Semina continua sorge pero' anche il gran barocco di Ygramul, la continua varieta' di corpi, voci ed estetiche (poco coerenti e che nulla hanno a che spartire tra loro, come gli Attori stessi del Gruppo, con le loro preparazioni ed ideologie contrastanti, le fortissime contraddizioni poetiche e organizzative, il nostro stesso Teatro, come oggetto inutile e disorganico, disomogeneo, ma carico di Vita come un pezzo di terra incolta, lasciata al libero abuso della Natura). Non so se mai riusciro' a prendere maggiore coerenza e unita' (forse questo impedirebbe a molti Ygramul la loro reale sopravvivenza come forme indipendenti e disequilibrate), non comprendo fino in fondo perche' il lavoro grezzo e fideistico della semina/creazione vada nobilitato, se non quando l'Albero e' cresciuto ed a quel punto se ne puo' andare orgogliosi e fieri, raccoglierne i frutti e proteggerlo; forse non riusciro' mai a stabilire un asse logico e concreto tra il Tempo della mia vita, le Economie ed il Sogno del Teatro Ygramul (grazie Antonio di avermi chiarito le idee con la tua metafora della Triade), ma per ora sono soddisfatto che questa sproporzione smisurata verso il lungo Progetto di Ygramul abbia coinvolto tante persone, abbia appassionato tanti teatranti di vero spessore, creato modelli nuovi come il Teatro Ygramul, Laboratori diversi e numerosi e non ultimo il Metodo dell'Esoteatro che anche qui in Brasile vedo funzionare, essere molto promettente (ecco di nuovo tanti attori/ci che mi chiedono se potrebbero venire in Italia ed entrare nel Gruppo… assurdo ma molto rincuorante!).
Intanto so che questo Marzo e' stato un momento di passaggio: la nascita del piccolo Lorenzo (il figlio di mio fratellone Yuri e della bruna e lucente Licinia); la trasformazione del Teatro Ygramul in una direzione maggiormente condotta dall'insieme dello Sciame, piu' responsabilizzante per tutti e meno squilibrata da parte mia verso la postura incoerente e inconcreta del Sogno, del Futuro, dell'Ipotesi di puro Investimento; la sicurezza che qui, nel bel Brasile, c'e' uno dei miei possibili territori di fuga, una terra ove la qualita' della vita e' molto maggiore, dove il mio lavoro verrebbe garantito e nobilitato seriamente (senza continue frustrazioni e delusioni per me ed i miei attori), dove il Metodo dell'Esoteatro crescerebbe rapidamente stimolato da un'ambiente fervido e da un serio uso della ricerca; un mondo nuovo, ove lo Sciame Ygramul potrebbe spalancare le porte di un Teatro sempre colmo di pubblico, colorato, agitato e felice.
Ciascuna di queste "novidade" sarebbe chiaramente intrisa di dolore e di difficolta', nel creare una distanza incolmabile con una vita passata o futura, nel richiedere un sacrificio forse imperdonabile e uno sradicamento totali, nel forzare una nuova genesi, azzerando ogni passato, estirpando ogni seme che sta fiorendo in Italia, per spiantarlo ed esportarlo…
Mah, pensieri confusi, ridondanti e vorticosi (come la spirale ubesca e dadaista), quando Lorenzo vivra' tanto lontano da me da dimenticarsi dello 'Zio Vania' e concepirlo come un buffo estraneo teatrale ed eccentrico, dove il Teatro Ygramul, sotto questa ventata di nuova 'concretezza' e di maggiore 'produttivita' (raccolta) potrebbe crollare su se' stesso, e chiudere in una rapida depressione economica, per non escludere l'idea che il mio Metodo s'infranga in una nuvola da bluff pokerista non appena incontri (invece che attori/attrici del mio livello) qualche grande regista e Maestro di Teatro che possa chiudere il capitolo con il perentorio "nessuna novita'".
Per adesso, allora, mi sollazzo ancora una volta nella mia incosciente avanguardia. Leggo gli sms di Antonio, Fiammetta, Pape e Monica, le belle Mail di Aida e Gloria, spupazzo Lorenzo sperando di divenire per lui una buona oasi di pensiero e un miraggio italiano, continuando a credere, seppur tremebondo, nel nostro sbilenco Teatro Ygramul, confidando ancora nelle forze esauste del Gruppo e puntando sull'Esoteatro con grande affidamento, per rendere Ygramul e la mia Regia importanti e unici.
Il Brasile, sino ad ora, mi da' ragione.
Vedo Lorenzo come una promettente vita che mi sbircia tra un ruttino e una "coco'", e gli studenti di qui esaltati dal nostro lavoro, i giornalisti attenti e comprensivi, mentre termino il Workshop sulla Commedia dell'Arte, intrecciando ai corpi i concetti di Deleuze, la filosofia anarchico comunitaria di Emma Goldman, l'architettura di Borromini, i pensieri Machiavellici, e la musica di Tom Waits. Poi, nel giorno di Lunedi', 3 differenti incontri, con gli Scienziati, con i giornalisti e con gli studenti universitari, mostrando le foto e le Maschere dei nostri viaggi, le immagini dei Film-Documentari, parlando di Patafisica e del Manifesto di Estetica Amatoriale.
Continuo a sperare e a fidarmi di un istinto che percepisco atavico e che, seppur molti hanno giudicato visionario, poco realista, mendace e contraddittorio, ha portato sino ad oggi tanta bellezza di cui andro' sempre fiero, tanta fioritura, nei singoli come nei gruppi, nei luoghi, nelle vite/idee. So che Ygramul, soprattutto grazie ai piu' resistenti, come Massimo, Aida, Simone e Fiammetta (10 anni di lavoro unito!) ha gia' modificato l'esistenza teatrale di molti e marchiato il territorio romano, a fondo. Mi guardo le foto per decidere quali scatti mandare al Blog, tra Lorenzo, il Workshop, le Conferenze, e intanto ripenso alle speranze future e le emozioni si alternano feroci, come Erinni greche perche' so di aver rubato il fuoco a qualcuno, di aver peccato di Hybris, un giorno capiro' contro quali regole.
Continuo?
Continuo?!?
Continuo!
Continuo….
Vania di ritorno

2 commenti:

GrimFang ha detto...

Disorganico, disomogeneo sì... ma perché inutile? Dove e con cosa si misura l'Utilità? Non starai anche qui sminuendo? Se il terreno 'incolto' (che incolto non è) è materia del contadino medievale, c'è un tempo di semina, ma c'è anche un tempo di raccolta: e il contadino sa che il tempo della raccolta non è mai la fine. Dopo di esso verrà un nuovo periodo 'arido' ed una nuova semina. Quindi coerenza ed unità non sono che tappe di un percorso destinato comunque a disfarsi per rifarsi... Sembra che non porti fino in fondo la tua stessa metafora! ^__^
E' per questo che si nobilita la semina, perché è l'inizio di un perenne ciclo, quello che va avanti anche dopo la propria morte: è l'eterno momento della rinascita. Che l'Albero sia cresciuto o meno, non è importante. Anzi, quasi non c'entra affatto. Perché non è quello l'obiettivo: il vero obiettivo, quello reale, è arrivare bene a una nuova semina.
In fondo, il seme è il simbolo di tutti i territori del possibile.
Quindi, per quanto riguarda le tue pulsioni al trasferimento/trasbordo/mutazione brasiliana, basterà ricordarti di tutti i resoconti dei viaggi che sono quassù, e di come in ognuno di essi (ho ben presente quello di Bali) la spinta/pulsione al ritorno fosse imprescindibile: senza aver capito perché, ma c'era.
C'è.
E chiudo dicendomi 'ma come: proprio te che sei te mi parli di impossibile?'. Sei un po' in contraddizione, quanto chini lo sguardo, arrossisci e cerchi di sminuire i sogni più terribili... Perché non puoi chiederci di sognare fuori le nostre ossa e poi dire che degli studenti brasiliani si trasferiscano a Roma è impossibile.

^__^

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good