giovedì 20 novembre 2008
Il percorso di 'Affabulazione' si mostra al pubblico
il nostro complesso lavoro su 'Affabulazione' di Pier Paolo Pasolini,
opera balinese sulla Pedofilia e la violenza all'infanzia in occidente.
Se desiderate partecipare a questo percorso di creazione assistete come
spettatori a questa prima apertura, consigliateci sul nostro procedere,
dateci stimoli e idee verso la chiusura della regia per Giugno 2009!
Prenotatevi tramite sms al 3314703950 per le repliche di Novembre,
Dicembre o Gennaio!
Il percorso di 'Affabulazione' si mostra al pubblico
il nostro complesso lavoro su 'Affabulazione' di Pier Paolo Pasolini,
opera balinese sulla Pedofilia e la violenza all'infanzia in occidente.
Se desiderate partecipare a questo percorso di creazione assistete come
spettatori a questa prima apertura, consigliateci sul nostro procedere,
dateci stimoli e idee verso la chiusura della regia per Giugno 2009!
Prenotatevi tramite sms al 3314703950 per le repliche di Novembre,
Dicembre o Gennaio!
martedì 18 novembre 2008
Per i Laboratori del BEY su 'L'Inferno' di Dante
la sequenza fisica della canzone dei 'Quartetto Urbano'
giovedì 23 ottobre 2008
Doc(11)or Faust e cena sociale per raccolta fondi!
Venerdi' 24 / ore 21
- ore 21.00 Buffet libero a Self Service – ingresso 20 Euro su Prenotazione tramite sms al numero 331-4703950 (tessera, spettacolo, cena - tutto compreso)
- ore 22.00 Spettacolo DOC(11)OR FAUST
(da "Il Dottor Faust" di C. Marlowe) Il lavoro parte dallo studio di Lecoq e dei buffon "quelli che non credono in niente e ridono di tutto".
Creature mostruose e divertenti allo stesso tempo, dove l'intero corpo diventa maschera. E da qui l'idea che ognuna di queste creature tenti, indossando i panni di Faust, di rialzarsi, di abbandonare il proprio stato, non riuscendovi mai.
(Ricerca Patafisica del BEY)
giovedì 18 settembre 2008
A Roberto "La Quercia del Tasso" da Antonio
Quell'antico tronco d'albero che si vede ancor oggi sul Gianicolo a Roma, secco, morto, corroso e ormai quasi informe, tenuto su da un muricciolo dentro il quale è stato murato acciocché non cada o non possa farsene legna da ardere, si chiama la quercia del Tasso perché, avverte una lapide, Torquato Tasso andava a sedervisi sotto, quand'essa era frondosa.
Anche a quei tempi la chiamavano così.
Fin qui niente di nuovo. Lo sanno tutti e lo dicono le guide.
Meno noto è che, poco lungi da essa, c'era, ai tempi del grande e infelice poeta, un'altra quercia fra le cui radici abitava uno di quegli animaletti del genere dei plantigradi, detti tassi.
Un caso.
Ma a cagione di esso si parlava della quercia del Tasso con la "t" maiuscola e della quercia del tasso con la "t" minuscola. In verità c'era anche un tasso nella quercia del Tasso e questo animaletto, per distinguerlo dall'altro, lo chiamavano il tasso della quercia del Tasso.
Alcuni credevano che appartenesse al poeta, perciò lo chiamavano "il tasso del Tasso"; e l'albero era detto "la quercia del tasso del Tasso" da alcuni, e "la quercia del Tasso del tasso" da altri.
Siccome c'era un altro Tasso (Bernardo, padre di Torquato, poeta anch'egli), il quale andava a mettersi sotto un olmo, il popolino diceva: "E' il Tasso dell'olmo o il Tasso della quercia?".
Così poi, quando si sentiva dire "il Tasso della quercia" qualcuno domandava: "Di quale quercia?".
"Della quercia del Tasso."
E dell'animaletto di cui sopra, ch'era stato donato al poeta in omaggio al suo nome, si disse: "il tasso del Tasso della quercia del Tasso".
Poi c'era la guercia del Tasso: una poverina con un occhio storto, che s'era dedicata al poeta e perciò era detta "la guercia del Tasso della quercia", per distinguerla da un'altra guercia che s'era dedicata al Tasso dell'olmo (perché c'era un grande antagonismo fra i due).
Ella andava a sedersi sotto una quercia poco distante da quella del suo principale e perciò detta: "la quercia della guercia del Tasso"; mentre quella del Tasso era detta: "la quercia del Tasso della guercia": qualche volta si vide anche la guercia del Tasso sotto la quercia del Tasso.
Qualcuno più brevemente diceva: "la quercia della guercia" o "la guercia della quercia". Poi, sapete com'è la gente, si parlò anche del Tasso della guercia della quercia; e, quando lui si metteva sotto l'albero di lei, si alluse al Tasso della quercia della guercia.
Ora voi vorrete sapere se anche nella quercia della guercia vivesse uno di quegli animaletti detti tassi.
Viveva.
E lo chiamarono: "il tasso della quercia della guercia del Tasso", mentre l'albero era detto: "la quercia del tasso della guercia del Tasso" e lei: "la guercia del Tasso della quercia del tasso".
Successivamente Torquato cambiò albero: si trasferì (capriccio di poeta) sotto un tasso (albero delle Alpi), che per un certo tempo fu detto: "il tasso del Tasso".
Anche il piccolo quadrupede del genere degli orsi lo seguì fedelmente, e durante il tempo in cui essi stettero sotto il nuovo albero, l'animaletto venne indicato come: "il tasso del tasso del Tasso".
Quanto a Bernardo, non potendo trasferirsi all'ombra d'un tasso perché non ce n'erano a portata di mano, si spostò accanto a un tasso barbasso (nota pianta, detta pure verbasco), che fu chiamato da allora: "il tasso barbasso del Tasso"; e Bernardo fu chiamato: "il Tasso del tasso barbasso", per distinguerlo dal Tasso del tasso.
Quanto al piccolo tasso di Bernardo, questi lo volle con sé, quindi da allora quell'animaletto fu indicato da alcuni come: il tasso del Tasso del tasso barbasso, per distinguerlo dal tasso del Tasso del tasso; da altri come il tasso del tasso barbasso del Tasso, per distinguerlo dal tasso del tasso del Tasso.
Un Saluto d'arte ad Ancajana!
Dopo aver lottato contro la guerra in una danza clownesca (nel nostro primo incredibile laboratorio teatrale al Teatro Verde); dopo le capriole cantate con chitarra in'Onda e' la Parola' (in cui il Capitano ha mostrato le sue grandi capacita', guidando i pirati Saltymbanchi sino alla lontana Granada!); con un sontuoso gesto da Regista e i suoi monologhi shakespeariani dell'anno scorso (mai piu' dimentichero' i tuoi lunghi "Aaahhh"!)....
Con dolcezza vola via Ancajana e tutti gli Ygramul gli fanno un inchino profondo, di stima, di affetto e amicizia. CIAO Ancajana (Roberto!)
Da ora in poi, per ricordare le tue belle energie, il Laboratorio Saltymbanco avra' il tuo nome d'arte: ANCAYANA!
GRAZIE, gigante buono, di ogni attimo sorridente, dietro i tuoi occhiali indossati su un corpo grande e fluido.
Merda, merda, merda per ogni tua prossima impresa!
Vania
martedì 16 settembre 2008
Cena Sociale con omaggio al fumettista Andrea Pazienza
Salve a tutti.
Sabato 27 Settembre, al Teatro Ygramul, si terrà una cena sociale con omaggio al fumettista Andrea Pazienza.
- ore 21.00 - Spettacolo/lettura 'Viaggio intorno al tutte le maledette mosche di Andrea Pazienza'
- ore 22.00 - Cena sociale e raccolta fondi per finanziare il Progetto del Teatro Ygramul
prenotazione obbligatoria al 339/8886897 - ingresso 20 Euro (tessera, spettacolo, cena - tutto compreso)
Invito ai Laboratori del BEY 2008-2009
Dalle 20.30 alle 23.30
Lunedi' 15 = IV anno del Laboratorio Saltymbanco
Martedi' 16 = VI anno del Laboratorio Ludyka
Mercoledi' 17 = VII anno del Laboratoio Yogurt
Giovedi' 18 = IV anno del Laboratorio Caryllon
Venite ad osservare i primi incontri, curiosate sul nistro metodo di lavoro e su questi meravigliosi Gruppi che hannoportato avanti un'interessante ricerca per cosi' tanti anni consecutivi.
Vi aspettiamo!
Per info e prenotaioni cell. 3314703950 (solo tramite sms)
giovedì 4 settembre 2008
Massimo Cusato in Trip Generation
Vai sul sito:
www.youbluecontest.it
registrati gratis, clicca su “vedi e vota” e dai la tua preferenza per questo spot.
domenica 24 agosto 2008
Documentario sul Capo Indigeno Marcos Veron!
Canneti al posto della loro foresta
Dal Mato Grosso alle bidonville
in un film il dramma dei Guarani
Confinati nelle riserve, rioccupano le loro aree, ma vengono picchiati, spesso uccisi
Lo racconta Marco Bechis nel suo "La terra degli uomini rossi", in concorso a Venezia
di LUIGI BIGNAMI
ROMA - Era stato pensato come un documentario-inchiesta sulla triste realtà di un popolo indigeno brasiliano che sta per scomparire insieme alla foresta che l'ha protetto per millenni. Poi l'importanza dei contenuti e la qualità delle immagini lo ho trasformato in un film che concorrerà alla prossima Mostra del Cinema di Venezia.
"La Terra degli Uomini Rossi", per la regia di Marco Bechis, è la storia di un leader del popolo Guarani-Kaiowà che viene assassinato per aver guidato la sua comunità a rioccupare le terre ancestrali. Una storia che ricalca pari pari la vicenda di Marcos Veron, venuto in Italia nel 2000 per denunciare queste violenze e poi assassinato in Brasile.
Ma a fianco di tale tragico evento ce ne sono decine di altri del tutto simili. Multinazionali e grandi industrie stanno facendo il possibile per eliminare i popoli che, pur essendo da sempre proprietari delle foreste amazzoniche, vivono nel cuore delle selve brasiliane, perché si vogliono trasformare queste ultime in immense piantagioni agricole. "Da decenni, il Brasile è uno dei più grandi produttori di biocombustibili al mondo, e la maggior parte delle sue automobili funzionano a etanolo. Oggi, il paese ambisce a diventarne il più grande esportatore con 26 miliardi di litri all'anno entro il 2010. La maggior parte della canna da zucchero, da cui si ricava l'etanolo, viene coltivata in quelle che un tempo erano le foreste dei Guarani. Nel solo stato del Mato Grosso esistono già 11 piantagioni ma altre 30 sono in costruzione e una ventina in fase di progettazione", spiega Francesca Casella, responsabile di Survival International Italia.
Quando gli Europei arrivarono in Sud America, i Guarani furono uno dei primi popoli ad esser contattati. All'epoca contavano oltre un milione e mezzo di persone, distribuiti tra Paraguay, Brasile, Bolivia e Argentina. Oggi ne sopravvivono poche decine di migliaia. I Guarani brasiliani sono suddivisi in tre gruppi, di cui quello dei Kaiowà è il più numeroso (sono circa 30.000). Vivono nello stato del Mato Grosso do Sul, nella zona centro-occidentale del Brasile, ai confini con il Paraguay.
"I Guarani-Kaiowà sono i discendenti di quegli indigeni che, alla fine del '600, rifiutarono di entrare nelle missioni dei Gesuiti. Nonostante secoli di contatto con gli stranieri, hanno mantenuto la loro peculiare identità. Sono un popolo profondamente spirituale. Molte comunità hanno una casa di preghiera comune e un capo religioso, il pajé, la cui autorità dipende solo dal suo prestigio e dalla sua autorevolezza. Sebbene siano suddivisi in gruppi, i Guarani condividono una religione che attribuisce un'importanza suprema alla terra, origine e fonte della vita, e dono del "grande padre" Ñande Ru. Vivono le invasioni delle loro terre non solo come un furto ma anche come un grave attentato al loro stile di vita e alla loro cultura", continua Casella.
I Guarani del Brasile stanno soffrendo terribilmente per la perdita quasi totale delle loro terre, disboscate e usurpate da allevatori e coltivatori di tè a partire dalla fine dell'800. "Mato Grosso" significa "foresta fitta", ma degli alberi non c'è più traccia. Negli ultimi quindici anni, anche le poche terre che i Kaiowà cercavano disperatamente di conservare sono state dimezzate e, oggi, misurano meno di 25.000 ettari. Le loro comunità vivono ammassate in anguste riserve istituite dal governo ai margini delle città: piccoli appezzamenti di terreno simili a bidonville, completamente circondati da ranch e piantagioni. Questi minuscoli fazzoletti di terra non sono sufficienti a sostentarli attraverso la caccia, la pesca e l'agricoltura tradizionali. I bambini soffrono quindi gravi forme di malnutrizione.
"La situazione in cui versano oggi i Kaiowà è spaventosa", sottolinea Casella. "Le loro terre sono state distrutte, i loro leader vengono assassinati e i loro bambini muoiono di fame. Tuttavia, le comunità non desiderano denaro e ricchezza e non ambiscono a ricevere razioni di cibo dal governo. Tutto quello che chiedono è solo terra a sufficienza per sopravvivere e riprendere il controllo delle loro vite e del loro futuro. Senza la loro terra, i Guarani non avranno speranza". Negli ultimi vent'anni, oltre 517 Guarani-Kaiowà si sono suicidati; molti erano ragazzi. La più giovane, Luciane Ortiz, aveva solo 9 anni.
Stanche di aspettare l'intervento delle autorità, da alcuni anni le comunità hanno cominciato a rioccupare le loro terre, un'azione che chiamano retomada, sfidando le violente reazioni dei fazendeiro e dei loro sicari, assoldati per intimidire, picchiare, uccidere. Spesso, i leader delle comunità che rioccupano i loro territori vengono uccisi brutalmente sotto gli occhi dei famigliari. Il dramma dei Guarani brasiliani è solo uno dei tanti vissuti, in vari angoli del mondo, dalle popolazioni indigene che hanno la sfortuna di esser nati in aree che qualcuno vuole convertire in piantagioni di canna da zucchero o palma da olio, disegnando quadri di morte e distruzione del tutto simili.
Tornando al film, vien da chiedersi come sono stati scelti gli attori per interpretare quelle storie così forti e drammatiche. Risponde Bechis: "La risposta alla domanda arrivò fulminea durante un'animata riunione del villaggio: gli indigeni possedevano un'arte retorica sofisticata, sapevano parlare in modo convincente e controllavano le parole e il corpo in modo sorprendente. Da quel momento ho capito che il film sarebbe divenuto realtà solo se fossi riuscito a fare di loro i protagonisti". E così dopo tre mesi di seminari teatrali sono nati i 230 attori indigeni protagonisti del film, che hanno lasciato sullo sfondo i professionisti, come Claudio Santamaria e Chiara Caselli. Bechis li ha scelti nelle comunità vicine ai luoghi di ripresa per non essere separati dalle famiglie e non ha imposto esercizi e tecniche recitative classiche, che ne avrebbero compromesso la spontaneità.
(22 agosto 2008)
sabato 16 agosto 2008
Neonato CONSORZIO UBUSETTETE seleziona distributore/promotore
amnesiA vivacE/Daniele Timpano - Circo Bordeaux - OlivieriRavelli teatro - Kataklisma - Teatro Forsennato
Si prega di inviare la candidatura all'indirizzo email : consorzio.ubusettete@gmail.com entro il 7 settembre 2008.
lunedì 14 luglio 2008
B.E.Y. APERTE LE ISCRIZIONI AI NOSTRI LABORATORI
Il B.E.Y. si perfeziona e apre il suo Secondo Anno.
Nel Terzo anno di Attività del Teatro Ygramul si riattivano i ricchi percorsi Laboratoriali patafisici che il Gruppo ha inaugurato oramai da anni, prima che il Teatro aprisse, e da 2 anni nella sua struttura in crescita! Laboratori aperti a tutti, attori/ci di ogni esperienza ed età, amanti e professionisti pronti a studiare e migliorarsi con ogni tipo di corpo, energia, stile e
abilità.
Le strade intraprese si intensificheranno e miglioreranno nell'aspetto Pedagogico e Metodologico attraverso lo sviluppo del B.E.Y., timidamente inaugurato lo scorso anno 2007-2008: il Banjar di Esoteatro Ygramul. Il Banjar è una struttura politica/sociale della cultura balinese che comprende il tempo ed il luogo ove una comunità possa riunirsi e discutere in maniera democratica e profonda, la miglior crescita per il Gruppo/Comunità, una sorta di Assemblea pubblica.
L'idea del Banjar tenta di spostare i livelli di potere su un piano orizzontale e di mettere in comunanza allievi ed insegnanti nell'intento reale di crescere entrambi, con ruoli diversi e modalità aperte di investimento personale. Ove tutti siano più attivi e protagonisti e la delega si sintetizzi nei ruoli e nelle specificità artistiche. Così i Laboratori Ygramul, da sempre mirati ad ampie logiche di Gruppo, terranno la struttura degli Sciami (da 10 a 20 iscritti), ma cercheremo assieme un investimento artistico più personalizzato ed individuale, in modo che ciascun attore/ice formi il proprio Esoscheletro e mostri le sue Ossa, i suoi obiettivi ed interessi.
L'Esoteatro è un complesso metodo di nuovi giochi teatrali, inventati da Vania e dal Gruppo di Ricerca Ygramul, che si sta delineando e si continuerà a formare con l'ausilio del Banjar durante tutto questo anno di Attività del Teatro Ygramul, per venire pubblicato con il Terzo Anno di attività.
Nel B.E.Y. del 2008-2009 vivranno:
Laboratorio teatrale SALTYMBANCO ogni Lunedì sera (20.30 - 23.30);
[laboratorio teatrale per adulti]
• http://saltymbanco.blogspot.com •
Percorso aperto ad ogni età e ad ogni livello di preparazione attoriale, volto allo studio del Teatro Picaresco e del Teatro di Parola del 1600- 1700.
Laboratorio teatrale C.I.M. CIÒNONOSTANTE IO MIDIVERTO
ogni Martedì pomeriggio (14.30 – 16.30); [laboratorio teatrale per adulti]
Percorso volto all'integrazione di età e abilità differenti, comprendente vari utenti del Centro di Salute Mentale di via Monza.
Laboratorio teatrale LUDYKA ogni Martedì sera (20.30 - 23.30);
[laboratorio teatrale per adulti]
• http://ludykaygramul.blogspot.com •
Percorso sul Teatro Giullaresco, l'arte scenica da strada e le origini della Commedia dell'Arte.
Laboratorio teatrale FLYCK ogni Mercoledì pomeriggio (17:30 - 19:30);
[laboratorio teatrale per bambini]
Percorso favolistico rivolto ai bambini delle scuole elementari-medie come occasione per provare a mettersi in gioco, ma soprattutto per divertirsi giocando al teatro.
Laboratorio teatrale YOGURT ogni Mercoledì sera (20.30 - 23.30);
[laboratorio teatrale per adulti]
• http://yogurtygramul.blogspot.com •
Percorso incentrato sullo Studio dell'Architettura dell'Arte Scenica corale, come nel Teatro Barocco o Surrealista e Dadaista, sino alle Performance contemporanee del Living Theatre.
Laboratorio teatrale CARYLLON ogni Giovedì sera (20.30 - 23.30);
[laboratorio teatrale per adulti]
• http://caryllonygramul.blogspot.com •
Percorso laboratoriale aperto ad ogni età e ad ogni preparazione attoriale, volto allo studio della figura del clown attraverso l'acrobatica di base e il Teatro Surreale, Assurdo e Didattico.
Laboratorio teatrale HAPPENYNG, ogni Venerdi sera (20:30 - 23:30)
[laboratorio teatrale per adulti]
• http://happenyng.noblogs.org •
Zona libera dell'espressione dell'attore/individuo attraverso il testo (di rivolta) e la scena, il tutto per sviluppare lo spirito di gruppo attraverso l'individualismo e nel creare legami invisibili tra partecipanti.
Ogni Laboratorio darà la possibilità ai suoi partecipanti di incontrarsi con i conduttori/ci dei percorsi 30 minuti prima (dalle 20.00) per elaborare le strade personali e le scelte dei singoli all'interno del Gruppo.
Inoltre gli iscritti ai Laboratori potranno partecipare:
• ad alcuni percorsi con l'infanzia nel Teatro scolastico seguito da Ygramul;
• al Laboratorio integrato con il Centro di Salute Mentale di San Giovanni;
• agli incontri intra-laboratoriali ove i singoli percorsi si scambieranno le esperienze;
• alle Rassegne del Teatro per costruire un training-poetico e stlilistico;
• ai Seminari Mensili...
Ciascun partecipante potrà iscriversi (con delle facilitazioni economiche ed una priorità) ai Seminari che ogni mese dell'anno prenderanno vita all'interno del B.E.Y.
I Laboratori del B.E.Y. cominceranno in Teatro nell'ultima settimana del Settembre 2008 e seguiteranno a raccogliere iscrizioni per tutto il mese di Ottobre, per stabilire il numero preciso dei vari Sciami entro la prima settimana di Novembre.
Per informazioni: 331 4703950 • info@ygramul.net •
mercoledì 2 luglio 2008
Evviva l'estate!
pare anche rispondere alle domande costituisce un grave errore, e infatti un terzo poliziotto, defilato fino a poco prima si indirizza a me dicendo «guarda che a fare così peggiori solo la tua situazione». Chiedo di sapere i loro nomi e gradi, come avevo fatto già con l´uomo in borghese al principio, convinto che per legge sia un loro dovere identificarsi. Un altro poliziotto - ma quanti ne ho attorno, quattro, cinque? - mi da la sua versione della legge. «Vedi qual è la differenza, è che io posso chiederti come ti chiami e tu non puoi chiedermi niente, chi comanda sono io». Un suo collega aggiunge: «certo, se lo vuoi mettere per iscritto è diverso, ma non te lo consiglio, la cosa si farebbe piuttosto scomoda». La minaccia mancava, in effetti. Interrompe la discussione l´uomo in rosa. «Luca!», e con la mano mi fa cenno di andare da lui. «Vuoi andare?» «Voglio una risposta alla mia domanda», insisto. «Non hai capito - si spiega - hai voglia di chiuderla qui questa storia o no?». «Non sono stupido, so quello che mi sta dicendo, ma io voglio la mia risposta». Mi accompagna lontano dal furgone, in piazza Trilussa. Davanti a me l´uomo che comanda l´operazione, quello dell´alito puzzolente. Mi chiedo se tornare da lui, ma mi rendo conto che nel gioco del muro contro muro il suo è molto più duro. Aspetto ancora in piazza, osservo l´operazione concludersi, fino all´istante i cui gli immigrati vengono caricati sul furgone che si mischia al traffico del lungotevere. Non c´è altro da fare, questa sera, se non raccontare in giro quello che ho visto. Questa triste deriva, quest´inverno italiano che avanza. Oggi inizia l´estate. Evviva.”
martedì 1 luglio 2008
domenica 15 giugno 2008
i Laboratori Patafisici 2008i vanno in Scena!
Percorso Patafisico di ricerca e di apprendimento,
i Laboratori del BEY (il Banjar di Esoteatro di Ygramul)
vanno in scena per poche serate ospiti della nostra Rassegna di Giugno. Vi invitiamo ad osservare, come spettatori
attenti, i viaggi condotti dagli apprendisti attori/ci dietro le differenti drammaturgie del 'FAUST' (Sabato 21 e Domenica 22) di 'NEL BEL MEZZO DI UN GELIDO INVERNO' (Domenica 22 e Lunedi' 23, de 'GLI UCCELLI' (Martedi' 24 e Mercoledi' 25) e di 'RUMORI FUORI SCENA' (Martedi' 24)... per osservare le diverse estetiche, i molti linguaggi, le varie tecniche miscellate anche quest'anno nei laboratori del nostro teatro, condotti da Massimo, Monica, Antonio e Vania.
Incuriositevi... venite ad osservare la pedagogia patafisica dei nostri percorsi, perche' queste strane serate potranno far nascere anche in voi la voglia di partecipare in una stagione futura. Laboratori del BEY, al prossimo, sempre migliore, sviluppo!
Merdre...
MERDre...
MERDRE!!
mercoledì 4 giugno 2008
MEDEA al Teatro Quirino
L'intento principale del laboratorio teatrale, ideato e diretto da D'Ambrosi, è stato quello di stimolare la libertà creativa dei ragazzi senza influenzare didatticamente la loro fantasia e la loro sensibilità. Ha fornito loro i mezzi, teorici e pratici, per esprimersi attraverso il teatro.
Entrando nel merito dello spettacolo (che vedrà la partecipazione di tutti i ragazzi e di attori professionisti, tra cui Celeste Moratti nel ruolo di Medea e Leonardo Gambardella nel ruolo di Giasone) l'adattamento di D'Ambrosi ha posto come elemento centrale dello spettacolo il rapporto tra corpo e linguaggio: un corpo che si fa lingua e comunicazione, grazie all'importantissimo ruolo che ricoprirà la musica dal vivo; ed il linguaggio assume sostanza soprattutto attraverso l'uso del greco antico. Infatti lo spettacolo prevede sia l'uso
dell'italiano che del greco antico (risultato di un attento lavoro di studio e consulenze filologiche). Ciò che ha delineato i diversi momenti e quindi il diverso uso delle due lingue è proprio l'emozionalità, i diversi stati emotivi che caratterizzano questa violenta quanto commovente storia. La musica dal vivo accompagnerà i momenti in greco antico, non come semplice tappeto musicale ma come vero e proprio intervento corporeo ad arricchire, completare le suggestioni che saranno evocate da un lingua così antica e musicale; l'italiano invece sarà lasciato al silenzio, all'assenza di musica, a quella carica di suggestioni ed emozioni che saranno presenti nei monologhi di Medea quanto nei rapidi e intensi scambi di battute.
Per concludere quindi, è chiaro anche da queste poche righe come la scelta del testo ed il successivo lavoro di sperimentazione dimostrano che il laboratorio (e quindi anche lo spettacolo conclusivo) non è il risultato di una forma di terapia a cui i ragazzi sono stati sottoposti, ma una fantastica possibilità di espressione artistica ed emotiva, un luogo di aggregazione e di formazione entusiasmante in cui giocare e divertirsi sul serio, in cui i ragazzi disabili hanno potuto sentirsi ed
essere finalmente protagonisti.
Ideato e diretto da Dario D'Ambrosi
Collaboratori all'allestimento: Alessandro Corazzi e Valentina Pacilli
Interpreti:
Alberto Altomare, Roberto Arcangeli, Cristian Castellano, M. Letizia Cececotto, Noemi Chiacchiarelli, Federica Cucchi, Leonardo Gambardella, Massimo Groos, Francesca Romana Gulino, Rossana Mazzi, Celeste Moratti, Valentina Pacilli, Silvia Spagnolo, Mirko Spinelli, Fiorella Umbro, Monica Isabella Ventura
Musiche di: Andrea Esposito
Supervisione Scenografia: Francesco Frigeri
Supervisione Costumi: Maurizio Millenotti
Supervisione Trucchi: Luigi Rocchetti
Disegno Luci: Danilo Facco
MARTEDÌ 10 e MERCOLEDÌ 11 GIUGNO
Ore 21.00 TEATRO QUIRINO
Ingresso Libero
Per informazioni: leogambardella@gmail.comsabato 17 maggio 2008
Biancofango presenta...
La spallata
liberamente ispirato a uno fra i Ricordi del sottosuolo di F. Dostoevskij
ROMA, dal 20 al 25 maggio 2008
Colosseo Nuovo Teatro
Via Capo D'Africa, 29/A
dal mar al sab h 21; dom h 18
ingresso 10 €, ridotto 7 €; tessera obbligatoria 3 €
drammaturgia e regia Andrea Trapani e Francesca Macrì
con Andrea Trapani e Lorenzo Acquaviva
disegno luci Mirko Maria Coletti
Due uomini si incrociano. Si guardano, si notano. Uno di loro sarà ossessionato da quello sguardo e con estrema difficoltà se ne libererà. L'altro ci passerà sopra. Come un'inezia. Due uomini, dunque, si incrociano. Si guardano e si notano nei pressi di un trampolino di una piscina molto nota. Uno si butterà, con grazia leggendaria e sfrontatezza da brividi. L'altro, incapace di buttarsi, straziato da un vuoto che riesce a percepire solo per sentito dire, guarda alla ricerca di un coraggio che non arriva mai. I due non si parlano. Eppure comunicano. Non si conoscono. Eppure i loro gesti parlano fra loro. Forniscono nomi e cognomi. Non dovrebbero vedersi più. Non avrebbero dovuto vedersi mai. Invece, scatta l'ossessione, l'incubo, lo squilibrio mentale forse. Così abbiamo immaginato il Sottosuolo e l'Ufficiale di Dostoevskij. Soffocato dal ricordo di quel tuffo mai realizzato, il Sottosuolo escogita una vendetta: la spallata.
In punta di piedi
ROMA, martedì 27 maggio 2008
"Teatri di Vetro"
LOTTO 16 - Via Fausto Vettor, 32
h 22 - ingresso gratuito
drammaturgia e regia Andrea Trapani e Francesca Macrì
con Andrea Trapani
disegno luci Mirko Maria Coletti
Firenze, l'adolescenza e il calcio. Un ragazzino e la sua città, bella di una bellezza rara, ma refrattaria al gioco e per natura schiava della competizione. A Firenze non esiste una sola parola che sia detta a caso: ognuna è una frustata, usata per far male, ogni discorso un combattimento in cui conta vincere e alla fine non importa darsi la mano. Un adolescente e l’ossessione di una generazione: il gioco del calcio. Mastino gioca negli anni della marcatura a uomo, dei duelli corpo a corpo e dei numeri sulle maglie a fissare ruoli ben precisi. Il calcio che non profuma degli album di figurine, ma ha l'odore dei piazzali sotto casa, di palloni sgonfi, lattine vuote e campetti di terra secca. Dalla panchina Mastino vive l'agonia di un'ennesima, lunghissima domenica da escluso. Finché arriva lei e lo induce a entrare in campo disobbedendo al mister per giocare una volta per tutte la sua partita. Forse l’ultima.
LA TRILOGIA
In punta di piedi e La spallata rappresentano il primo e il secondo passo di una trilogia intitolata Nei dintorni dell’inettitudine: linea bianca + panchina, cui la compagnia lavora da oltre due anni. Il proposito è quello di orientarsi su due fronti: tematico e scenografico.
In primo luogo, dunque, un'indagine nei meandri dell'inettitudine: la ricerca del significato celato nell'idea difallimento, individuale e soventemente intriso d’ironica e tagliente tragicità. Il ritratto di tre uomini alle prese con la propria in-attitudine a vivere. Tre spettacoli, tre personaggi che in fasi diverse della loro vita, sono costretti in qualche modo a ri-guardare indietro (o altrove?) e affrontare una perdita d'identità generata e alimentata da un confronto, quasi sempre esasperato e claustrofobico, con un altro diverso da sé e inevitabilmente percepito come migliore.
In secondo luogo, a livello scenografico, l'obiettivo è come si possa dare maggior vita e abitare completamente taluni elementi scenici, caratterizzati da una molteplice poeticità, non solo pittorica. In questa prospettiva, la trilogia contiene in ogni spettacolo la linea bianca e la panchina, utilizzati ed esplorati ogni volta in modo diverso, nella ricerca di un equilibrio di un corpo attoriale che si cede alla parola e alla scena per consegnarsi al lirismo.
L'ultimo lavoro sarà una riscrittura, monologante, liberamente tratta dal Soccombente di Thomas Bernhard, riguardante gli ultimi giorni di vita del protagonista Werthemeir, prima del suicidio.
BIANCOFANGO
nasce, nel 2005, dall'incontro fra Andrea Trapani e Francesca Macrì
Andrea Trapani (Firenze, 1972), attore-autore, si diploma in recitazione all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico". Nella sua carriera alterna esperienze su palcoscenici ufficiali (lavora, fra gli altri, con Maurizio Scaparro e Andrea Camilleri) ad altre più strettamente di ricerca (Domenico Polidoro, Luciano Colavero, Massimiliano Civica). Nel 2001 realizza il suo primo cortometraggio in pellicola (il secondo è in via di realizzazione) dal titolo A porta vuota, un film sul calcio guardato con gli occhi del pittore, sul rapporto affascinante fra il terzino destro e l'ala sinistra, che ottiene buoni riscontri di pubblico e critica ed è selezionato in numerosi festival fra cui: Roma Indipendent Film Festival (RIFF), Festival di Imola e Venezia Off. Dall'incontro con Francesca Macrì e da un comune lavoro di due anni sulla scena, matura l'idea di fondare (nel 2005) la compagnia BIANCOFANGO e di realizzare la trilogia NEI DINTORNI DELL'INETTITUDINE: LINEA BIANCA + PANCHINA, di cui In punta di piedi (drammaturgia finalista al festival VesuvioSportOpera) è il primo passo e La spallata il secondo.
Francesca Macrì (Milano, 1980), drammaturga e regista, si laurea a Pavia in Storia del Teatro e nel medesimo ateneo collabora tuttora con il "Laboratorio di Drammaturgia Antica" per la riscrittura e messinscena di testi antichi. Ha unito al percorso universitario la frequentazione assidua d'esperienze laboratoriali, lavorando, fra gli altri, con Cesar Brie e Bread and Puppet. Realizza spettacoli di teatro ragazzi in diverse strutture sociali che si occupano di disagio giovanile e di adolescenti diversamente abili. Conduce dal 2004, nelle scuole medie superiori e nei centri d'aggregazione giovanile laboratori di riscrittura originale, liberamente ispirata, a tragedie note dell'antichità e della modernità. Collabora con il Dipartimento di Drammaturgia Antica dell'Università di Padova e con l'inserto culturale Alias de «il manifesto».
Lorenzo Acquaviva (Trieste, 1968), si diploma in recitazione presso l'"Advanced Residential Theatre and Television Skillcentre", in Inghilterra. Si perfeziona in Italia e all'estero studiando con vari maestri fra i quali Jean Pierre Marie, Danio Manfredini, Gabriele Vacis e Mamadou Dioume. In teatro ha lavorato con, tra gli altri, Steven Berkoff, David Haughton, Giovanni Boni e Pippo Di Marca. Tra le numerose esperienze cinematografiche ha l'occasione di incontrare alcuni esponenti del cinema d'autore italiano quali Marco Tullio Giordana, Fulvio Bernasconi e Silvano Agosto. Dal 2006 è membro dell'Actors Centre di Roma diretto da Michael Margotta. La spallata è il primo spettacolo nato dalla collaborazione con la compagnia Biancofango.
Laura Neri
ufficio stampa e comunicazione
tel: 347 4716598 - laura.neri@gmail.com
per:
B I A N C O F A N G O
associazione culturale
Via San Romano, 55 - 00159 ROMA
tel: 06 43251668 - 349 8677025
andrea.trapani@alice.it - macri.francesca@alice.it
giovedì 8 maggio 2008
Ygramul sciama anche in Edicola!
Vania (il regista della ricerca dello sciame),
Massimo (uno dei giullari storici del Laboratorio Ludyka), Mauro e Roberto (due altri giullari ma anche attori del bellissimo percorso laboratoriale di Caryllon) hanno acquistato un'edicola che, lentamente, prendera' corpo in Teatro con un suo angolo di Vetrina (rendendo disponibili al Pubblico di Rassegna: Libri, Quotidiani, Ricariche Telefoniche, Fumetti, DVD e CD, ecc.); viceversa dentro il Giornalaio, denominato dal quartetto 'Ginevra', si pubblicizzeranno i laboratori e seminari, si venderanno abbonamenti per le Rassegne e si pubblicizzera' la vita del Teatro Ygramul.
La nostra Edicola si inaugura ufficialmente SABATO 24 Maggio, dalle 16.00 alle 21.00 e poi GRANDE FESTA anche in Teatro per il primo giorno di Rassegna di Maggio. VENITE!!
Inoltre se, da ora in poi, desiderate comunicare con l'EDICOLA GINEVRA o divenire nostri clienti ed ordinare qualsiasi cosa per riceverla durante le serate di Ygramul, telefonate o inviate un SMS 327-2040605
sabato 5 aprile 2008
Nazirock solo in libreria
cinema, che forse era rimasto l'unico spazio di liberta', il bavaglio
della par condicio, che e' nata per limitare lo strapotere televisivo
di Berlusconi. E' un clima molto brutto e molto triste": e' lo sfogo di
Claudio Lazzaro, regista e produttore del documentario Nazirock, un
viaggio nella destra radicale sul contagio estremista tra i giovani, la
cui proiezione prevista in alcuni cinema e' stata bloccata dopo una
diffida del fondatore di Forza Nuova Roberto Fiore.
Nazirock, distribuito da Feltrinelli Real Cinema, da domani sara' in
libreria insieme al libro Ho il Cuore Nero, che raccoglie i contributi,
tra gli altri, di Antonio Pennacchi e Furio Colombo. "Dato che volevo
raggiungere anche il pubblico piu' giovane - racconta Lazzaro - il film
era in programmazione anche al cinema: stasera all'Anteo di Milano e,
dal 4 aprile e per un paio di settimane, al Politecnico Fandango di
Roma. Tutto questo e' stato cancellato perche' e' arrivata una diffida
da parte dell'ufficio legale di Forza Nuova".
"Fiore - dice il regista - chiede che 'non si dia corso alla
proiezione, in quanto contenente immagini, affermazioni, scene,
ricostruzioni gravemente diffamatorie del movimento Forza Nuova,
attualmente impegnato nella campagna elettorale"'. Nella diffida,
riferisce ancora Lazzaro, si afferma che Forza Nuova "sta agendo nei
confronti del produttore e del regista del filmato, civilmente e
penalmente, per ottenere il risarcimento dei danni materiali e morali,
ivi compresi quelli che potrebbero derivare dalla proiezioni in periodo
elettorale" e che "non ottemperando alla presente diffida, sarete
ritenuti responsabili delle lesioni arrecate".
"Al Politecnico Fandango mi hanno detto - aggiunge il regista - che
non era stata solo la paura delle spese legali a orientare la
decisione, ma anche la paura di spedizioni punitive, di
danneggiamenti". Per Lazzaro, "e' una cosa molto triste, in qualche
modo Fiore riesce a realizzare una specie di par condicio anche nelle
sale cinematografiche, l'unico spazio rimasto libero".(ANSA).
venerdì 4 aprile 2008
Segni di Stima dal Brasile, per il seminario Ygramul
Conheci o seu trabalho na palestra dada na UNICAMP,
após o término do curso de Commedia dell´Arte, que
infelizmente já havia começado quando tomei
conhecimento.
Fiquei impressionado e maravilhado com a qualidade do
seu trabalho social, a importante e original proposta
solidária do grupo Ygramul, e sua experiência com a
criação teatral dentro de culturas tão diferentes do
mundo.
O teatro do grupo Ygramul, como ferramenta de
transformação social, didático e envolvente, tem um
valor incalculável para essas comunidades, pois eu
compreendi a importância do espetáculo na educação do
povo e na procura de soluções para seus problemas
específicos.
É emocionante, Vania!!! Quero, com muito prazer,
visitar a Itália, se eu puder contar com o seu
generoso convite para conhecer e ficar no seu espaço
teatral, em Roma.
Como eu disse, não tenho muito dinheiro para explorar
a Europa, e Roma, especificamente, é uma cidade muito
cara. Pagarei sua hospitalidade com o meu trabalho,
ajudando na construção e reforma do teatro, fazendo
compras, limpeza, etc...
Irei no segundo semestre deste ano, entre os meses de
agosto e outubro. Caso aconteça algum curso de teatro
nesse período, quero ser informado para participar
dele.
A respeito de Tiche Vianna, Barracão Teatro, com quem
fiz cursos de Commedia Dell´Arte neste ano, gostaria
de saber se você a encontrou, ou se conheceu o
trabalho? É uma proposta original, de apresentação das
máscaras tradicionais da Commedia no contexto
sócio-cultural brasileiro, com personagens brasileiros
e histórias de nosso cotidiano.
Sobre meu trabalho com palhaço, mandarei material em
breve. Estudo a tradição clássica do palhaço, a pureza
e a simplicidade. Como exemplo, tenho o palhaço
austríaco GROCK.
Prazer em conhecê-lo, Vania! Espero manter contato,
até minha viagem, em agosto.
Alexandre Cartianu
giovedì 20 marzo 2008
Anche quest´anno esplosione Patafisica?
Ma nasce, in questo approssimarsi al termine dell´esperimento, la domanda se ripetere o meno quest´anno la strana esperienza di viaggio che porta i partecipanti del B.E.Y. a coinvolgersi in un´immersione (seppur lieve) nel vagabondare del Terzo Teatro, nello sperimentarsi in gruppo nei teatri e sulle piazze di altre citta´, a confronto piu´stretto e faticoso, imponendosi una maggiore disciplina di convivenza sotto un bombardamento di stimoli innovativi. L´idea del gustare uno spicchio del Teatro Antropologico con i nostri Laboratori e´ stata varata dallo storico Gruppo Yogurt (gia´ alla sua sesta creazione teatrale con Ygramul, incredibile!) che, con timori e curiosita´, e´ partito nel 2006 alla volta dell´antica Dubrovnik, in un viaggio indimenticabile, tra sagrati salentini, scalinate croate e un equilibrio potente (esperienza di vera formazione) che ha reso tutti/e piu´ coscienti, facendo crescere molto le tre Guide (Vania, Antonio e Fabrizio) ed ogni singolo componente, nella vita di Gruppo, nell´arte, nel viaggio, nella ricerca...
L´anno scorso il B.E.Y. ha tentato un esperimento estremo, forse votato sin da principio al fallimento, portando in viaggio 3 interi percorsi Laboratoriali (tra loro estranei e molto differenti), in un girovagare gorgheggiante nelle vie di Granada. L´esplosione di suggerimenti, di difficolta´, di tensioni e soprattutto di richieste (in esigenze diversissime tra loro, tra stimoli di azione o di riflessione, voglie di calmi ritmi di comprensione e di turbolente performance di produzione, istinti di sopravvivenza e slanci comunitari...) ha portato nell´esperienza uno squilibrio, crinando l´assetto del Laboratorio e, nell´incapacita´ della Guida registica di comprendere il ribollire convulso di quasi 50 persone in viaggio, si e´creato un abuso di Potere (tipico del Teatro classico nella linea di rapporto ufficiale tra Regista e Attori) ma disturbante e fuori luogo nella vita dei Laboratori. Cosi´ il viaggio, seppur ricco di eventi per me memorabili, divertenti e di profonda novita´, a livello teatrale e´stato vivace ma ha perso una bellezza di crescita umana che a tutti serviva. Un insuccesso (chiaramente parziale, per via degli spettacoli comunque carichi di agitazione artistica, per la bellezza della citta´ di Granada e per le, seppur piccole, interazioni tra i vari Percorsi Laboratoriali)... ma non squalificante per Ygramul, non demoralizzante (visto la difficile scommessa, altissima!). Le due esplosioni Patafisiche resteranno dunque nei Diari di Ygramul come fondanti (testimoniate da foto incredibili e da filmati pieni di significato), quanto i grandi percorsi di Ricerca, sostanziali per il nostro crescere e quindi seguiteranno ad essere proposte e progettate (seppur conoscendo ora il rischio di un possibile fallimento e di un ripiegamento del Laboratorio verso logiche di potere da primo teatro). Quest´anno il Gruppo maturo dei volenterosi Saltymbanco (che sta lavorando sulla commedia di tratto shakespeariano ´Nel Bel Mezzo di un Gelido Inverno´ di Brannagh) potrebbe unirsi in viaggio ai caotici e brillanti Giullari di Ludyka (che costruiranno una versione medioevale di ´Rumori Fuori Scena´ di Frayn), e ai piu´ semplici e piccoli Ludykantes (giullari alle prime armi che viaggiano sulla drammaturgia di ´Sogno di una Notte di Mezza Estate´ di Shakespeare), verso le terre francesi di Avignone, a fine Luglio, nel piu´ bel Festival di Teatro giovane d´Europa!
Gli importanti e complessi Yogurt (all´opera su una versione moderna de ´Gli Uccelli di Aristofane´), forse scottati dal confronto (irragionevole ma naturale) demoralizzante tra le esperienze di Dubrovnik e di Granada, non partiranno o costruiranno un´esperienza nel Salento. I piu´giovani e molto potenti Caryllon (quest´anno diretti verso il ´Faust´di Marlowe) probabilmente non partiranno (come e´ loro abitudine, in un percorso impostato per prendere vita qui a Roma).
Ora e´ il momento di decidere, di organizzare biglietti, alberghi, prenotazioni e percorsi vari... Il B.E.Y. si autogestisce e si appresta anche quest´anno a saltare in Europa, per un passo di danza notturno (come nelle grotte zingare granadine), per sfociare in Piazza tra recitati, canzoni e maschere (come nelle discese e scalinate strette di Dubrovnik) per generare una nuova sfida, un nuovo passo di crescita... nella speranza che le Guide riescano ad equilibrare le difficolta´, senza sbagli eccessivi, e che il Gruppo trovi quel giusto assetto di crescita teatrale ´in cattivita´´ che richiede ogni studio errante. Pensateci bene, che il Viaggio si prepara ora!
mercoledì 19 marzo 2008
Ultime voci Brasilere per il Blog
In questo strano Marzo di grandi novita' mi sembra paradossale, dopo il lungo Diario spedito da Bali al nostro Blog, che i primi meravigliosi viaggi di Ygramul qui nel Brasile accogliente e affascinante, NON siano stati accompagnati anch'essi da un epistolario felice, da tante immagini piovute sulla Rete per mostrare all'"afastada" Italia il bellissimo lavoro condotto. Ancora una volta, ascoltando gli studenti dell'Universita' di Campinas, le domande curiose dei giornalisti, gli sguardi degli Scienziati, mi rendo conto ad anni di distanza dell'importanza del nostro operato teatrale, del valore profondo della Ricerca Antropologica, del gesto politico e sociale che semina e non muta nulla ma inietta il virus del dubbio, suggerisce e invita alla trasformazione, alla crescita e alla messa in discussione. Probabilmente e' ben equilibrato il giudizio che i miei compagni di viaggio danno di me, sul mio modo di costruire eventi importanti e notevoli e, in me stesso, svalutarli, banalizzarli; ma ancora una volta mi rendo conto come il mio pensiero sull'Arte sia profondamente 'pedagogico', di Regia… collegato al paziente agire di mia Nonna, una minuta e rinsecchita contadina, energica e poderosa nel suo lavorare ma taciturna e invisibile nel mostrare. Tengo nel profondo della mente una radice da contadino medievale, colmo di esperienza, tradizione, fedele e superstizioso, una pratica agricola che comprende la grande importanza della 'disciplina', del ritmo del percorso, dell'enormita' di differenze che compongono un orto o un giardino, del Fato o di una legge imprevedibile e immodificabile che lo sviluppo di un Bosco inscrive in se'… in tutte questo nasce la mia Fede nel gesto teatrale, la lunga attesa senza remore, la tensione estrema e l'importanza del Lavoro sino a scavalcare se' stessi, l'umano, il Tempo… da questa Semina continua sorge pero' anche il gran barocco di Ygramul, la continua varieta' di corpi, voci ed estetiche (poco coerenti e che nulla hanno a che spartire tra loro, come gli Attori stessi del Gruppo, con le loro preparazioni ed ideologie contrastanti, le fortissime contraddizioni poetiche e organizzative, il nostro stesso Teatro, come oggetto inutile e disorganico, disomogeneo, ma carico di Vita come un pezzo di terra incolta, lasciata al libero abuso della Natura). Non so se mai riusciro' a prendere maggiore coerenza e unita' (forse questo impedirebbe a molti Ygramul la loro reale sopravvivenza come forme indipendenti e disequilibrate), non comprendo fino in fondo perche' il lavoro grezzo e fideistico della semina/creazione vada nobilitato, se non quando l'Albero e' cresciuto ed a quel punto se ne puo' andare orgogliosi e fieri, raccoglierne i frutti e proteggerlo; forse non riusciro' mai a stabilire un asse logico e concreto tra il Tempo della mia vita, le Economie ed il Sogno del Teatro Ygramul (grazie Antonio di avermi chiarito le idee con la tua metafora della Triade), ma per ora sono soddisfatto che questa sproporzione smisurata verso il lungo Progetto di Ygramul abbia coinvolto tante persone, abbia appassionato tanti teatranti di vero spessore, creato modelli nuovi come il Teatro Ygramul, Laboratori diversi e numerosi e non ultimo il Metodo dell'Esoteatro che anche qui in Brasile vedo funzionare, essere molto promettente (ecco di nuovo tanti attori/ci che mi chiedono se potrebbero venire in Italia ed entrare nel Gruppo… assurdo ma molto rincuorante!).
Intanto so che questo Marzo e' stato un momento di passaggio: la nascita del piccolo Lorenzo (il figlio di mio fratellone Yuri e della bruna e lucente Licinia); la trasformazione del Teatro Ygramul in una direzione maggiormente condotta dall'insieme dello Sciame, piu' responsabilizzante per tutti e meno squilibrata da parte mia verso la postura incoerente e inconcreta del Sogno, del Futuro, dell'Ipotesi di puro Investimento; la sicurezza che qui, nel bel Brasile, c'e' uno dei miei possibili territori di fuga, una terra ove la qualita' della vita e' molto maggiore, dove il mio lavoro verrebbe garantito e nobilitato seriamente (senza continue frustrazioni e delusioni per me ed i miei attori), dove il Metodo dell'Esoteatro crescerebbe rapidamente stimolato da un'ambiente fervido e da un serio uso della ricerca; un mondo nuovo, ove lo Sciame Ygramul potrebbe spalancare le porte di un Teatro sempre colmo di pubblico, colorato, agitato e felice.
Ciascuna di queste "novidade" sarebbe chiaramente intrisa di dolore e di difficolta', nel creare una distanza incolmabile con una vita passata o futura, nel richiedere un sacrificio forse imperdonabile e uno sradicamento totali, nel forzare una nuova genesi, azzerando ogni passato, estirpando ogni seme che sta fiorendo in Italia, per spiantarlo ed esportarlo…
Mah, pensieri confusi, ridondanti e vorticosi (come la spirale ubesca e dadaista), quando Lorenzo vivra' tanto lontano da me da dimenticarsi dello 'Zio Vania' e concepirlo come un buffo estraneo teatrale ed eccentrico, dove il Teatro Ygramul, sotto questa ventata di nuova 'concretezza' e di maggiore 'produttivita' (raccolta) potrebbe crollare su se' stesso, e chiudere in una rapida depressione economica, per non escludere l'idea che il mio Metodo s'infranga in una nuvola da bluff pokerista non appena incontri (invece che attori/attrici del mio livello) qualche grande regista e Maestro di Teatro che possa chiudere il capitolo con il perentorio "nessuna novita'".
Per adesso, allora, mi sollazzo ancora una volta nella mia incosciente avanguardia. Leggo gli sms di Antonio, Fiammetta, Pape e Monica, le belle Mail di Aida e Gloria, spupazzo Lorenzo sperando di divenire per lui una buona oasi di pensiero e un miraggio italiano, continuando a credere, seppur tremebondo, nel nostro sbilenco Teatro Ygramul, confidando ancora nelle forze esauste del Gruppo e puntando sull'Esoteatro con grande affidamento, per rendere Ygramul e la mia Regia importanti e unici.
Il Brasile, sino ad ora, mi da' ragione.
Vedo Lorenzo come una promettente vita che mi sbircia tra un ruttino e una "coco'", e gli studenti di qui esaltati dal nostro lavoro, i giornalisti attenti e comprensivi, mentre termino il Workshop sulla Commedia dell'Arte, intrecciando ai corpi i concetti di Deleuze, la filosofia anarchico comunitaria di Emma Goldman, l'architettura di Borromini, i pensieri Machiavellici, e la musica di Tom Waits. Poi, nel giorno di Lunedi', 3 differenti incontri, con gli Scienziati, con i giornalisti e con gli studenti universitari, mostrando le foto e le Maschere dei nostri viaggi, le immagini dei Film-Documentari, parlando di Patafisica e del Manifesto di Estetica Amatoriale.
Continuo a sperare e a fidarmi di un istinto che percepisco atavico e che, seppur molti hanno giudicato visionario, poco realista, mendace e contraddittorio, ha portato sino ad oggi tanta bellezza di cui andro' sempre fiero, tanta fioritura, nei singoli come nei gruppi, nei luoghi, nelle vite/idee. So che Ygramul, soprattutto grazie ai piu' resistenti, come Massimo, Aida, Simone e Fiammetta (10 anni di lavoro unito!) ha gia' modificato l'esistenza teatrale di molti e marchiato il territorio romano, a fondo. Mi guardo le foto per decidere quali scatti mandare al Blog, tra Lorenzo, il Workshop, le Conferenze, e intanto ripenso alle speranze future e le emozioni si alternano feroci, come Erinni greche perche' so di aver rubato il fuoco a qualcuno, di aver peccato di Hybris, un giorno capiro' contro quali regole.
Continuo?
Continuo?!?
Continuo!
Continuo….
Vania di ritorno
lunedì 17 marzo 2008
Ancora Notizie e Lembranze dal Brasil...
Vania Castelfranchi ministra palestra aberta à comunidade
[14/3/2008] O dramaturgo italiano Vania Castelfranchi, diretor do Grupo Teatro Patafísico Ygramul, ministra uma palestra aberta na segunda-feira (17), às 19 horas, no auditório do Instituto de Artes (novo local). Vania está na Unicamp desde o dia 12, realizando workshop teatral sobre a tradição da Comedia dell'Art italiana com estudantes do curso de artes cênicas da Universidade. Durante uma semana, os alunos realizam laboratório corporal baseado neste movimento, desde sua origem na Giullaria Medieval até seu desenvolvimento e desdobramentos modernos. O evento é realizado pelo Instituto de Artes (IA) e pelo Laboratório de Estudos Avançados em Jornalismo (Labjor) da Unicamp.
De acordo com a atriz formada pela Unicamp Nádia Berriel, a palestra focará o trabalho do Grupo Ygramul, especialista em teatro antropológico; que tem como base a Commedia dell'Art. "A partir da Commedia, eles tratam de assuntos sérios e sempre aprendem músicas e cantos do país para onde vão. O tema sempre é escolhido antes de viajar, durante um estudo sobre a história do país. A Commedia, na verdade, é a linguagem que encontraram para falar de temas variados", esclarece Nádia. Para exemplificar, ela acrescenta que, em Malawi, na África, o grupo levou a Aids como tema. Em Bali, o assunto abordado através da Commedia foi a pedofilia. No Brasil, a terra foi o centro de trabalho realizados com comunidades indígenas.
O workshop é de grande importância para os alunos, na opinião de Nádia, por trabalhar não só não só a parte estética da Commedia dell'Art, mas também os conceitos e vários personagens do movimento. "O interessante do Ygramul é que eles trabalham não apenas a forma, mas principalmente o que há de social, a partir da filosofia da Commedia", explica a atriz.
A participação em um curso promovido pelo Ygramul, na Itália, colocou Nádia em contato com Castelfranchi, que aceitou a sugestão de realizar o workshop pela primeira vez na Unicamp. "Eu disse que o trabalho tinha a ver com o curso da Universidade", explica.
Serviço
Palestra sobre o trabalho do Grupo de Teatro Patafísico Ygramul
Com Vania Castelfranchi
Dia 17 de março
Às 19 horas
No Centro de Convenções da Unicamp
(Maria Alice da Cruz)