Articolo di Francesco Anzelmo su "Fuori Le Mura"
"Abbandonate ogni speranza dei vellutati palcoscenici occidentali, dovrebbe essere la dicitura delle porte del piccolo teatro di periferia Ygramul. La coraggiosa compagnia teatrale che anima Ygramul segue da svariati anni l'ambizioso progetto di far convivere o meglio concrescere, il teatro europeo a cui loro stessi attingono per le loro performance, con gran parte del teatro non occidentale (per es. sud americano, africano, balinese). Il risultato, come gli attori stessi ci raccontano, vuol essere un teatro antropologico che porti ad una sorta di "baratto teatrale" tra concezioni artistiche spesso molto distanti, quindi diverse e per questo fascinosamente accostabili. Su questa cornice così particolare è incastonato il testo di Pasolini, Affabulazione, che la compagnia Ygramul ha portato in scena dal 27 al 29 novembre. Un sogno da l'incipit alla tragedia, un sogno che prende per mano la realtà, un sogno che nella sua inconsistenza da inizio ai fatti, si fa un fatto: l'ambigua attrazione di un padre per il figlio. Il punto di vista, che potremmo definire "anti-edipico" rivelando il ribaltamento del famoso mito, pone l'accento sul padre che vede nel figlio un "affascinante enigma" da decifrare ma che lo porterà alla follia senza salvezza ne soluzione. L'opera di Pasolini incanta e inganna, è "una tragedia che finisce ma non inizia", la vera "Affabulazione" sta in questo intrecciarsi di sogno e realtà che lega l'inizio della tragedia alla sua fine. La compagnia Ygramul si sofferma sui rapporti socio-familiari che emergono, ricamando una certa critica contro la pedofilia come debolezza, mancanza di responsabilità dei padri e ancora omertà delle madri. Non un figlio che uccide un padre, ma un padre debole che uccide il figlio, non Edipo patricida, ma Laio degenere. È l'adattamento che ne fa il gruppo teatrale Ygramul a rendere il testo rappresentato pregno di un'indelebile intensità: il palcoscenico non ha quinte, ma si apre agli occhi degli spettatori senza segreti, si tratta di una struttura balinese, una sorta di gabbia di legno (originariamente luogo che accoglieva la lotta tra galli) che diventa spazio scenico a tutto tondo. Qui il pubblico si trova subito assorto, coinvolto dai rumori, da luci e colori, dagli stessi oggetti di scena, in una esperienza sinestetica, tanto reale che rasenta il surreale. Le parole e i versi perdono la loro espressività, per farsi "linguaggio fisico basato sui segni". Un inedito Pasolini dunque immerso nei ritmi e nelle gestualità del teatro balinese, che acquista sonorità e fluidità, trame e linee di sviluppo involute in una messa in scena classica, ma che qui esplodono in una mirabolante ecolalia di gesti e suoni. Ciò che resta a fine spettacolo non è del tutto spiegabile, sicuramente la consapevolezza di aver assistito ad un atto, quello teatrale , che torna ad essere rito, momento reale al pari della vera realtà".
- Francesco Anzelmo
Affabulazione
Tratto da un opera di Pier Paolo Pasolini
creazione del Gruppo Esoteatrale Ygramul LeMilleMolte
dopo il viaggio sull'isola di Bali. Ricerca sul tema del Potere
Maschile/Patriarcale, l'abuso all'infanzia e la Pedofilia.
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